Riforma del Terzo settore e Servizio civile. Date anima sociale all’azione di governo

Sulla riforma del Terzo settore, c’è il rischio che il Conte Secondo faccia peggio del Conte Primo? La domanda non è né retorica, né polemica.

Caro direttore,
sulla riforma del Terzo settore, c’è il rischio che il Conte Secondo faccia peggio del Conte Primo? La domanda non è né retorica, né polemica. Sono i fatti a parlare e a generare preoccupazioni tutt’altro che infondate. Ma andiamo con ordine. Nella legge di bilancio ora in discussione al Senato, ci sono tagli per il 2020 di 10 milioni di euro sulla dotazione finanziaria strutturale della legge di riforma del Terzo settore. Dopo la riduzione di tre milioni nel 2019, avremo nel 2020 un ulteriore diminuzione dei fondi a disposizione. Se poi si considera che per effetto delle norme di attuazione non ancora emanate (in particolare quelle di natura fiscale), si sono risparmiati circa 50 milioni nell’anno 2019, si può ben capire che la strada imboccata, prima dal Governo gialloverde e ora dall’esecutivo giallorosso, non è certo quella giusta. Per di più, il taglio nella legge di bilancio dello scorso anno (e non modificato nell’attuale testo), sul Registro Unico del Terzo settore, va a indebolire il principale strumento per l’avvio definitivo della riforma. Per il Servizio civile la sforbiciata è ancora più pesante.

leggi la lettera di Luigi Bobba su Avvenire del 6 dicembre 2019

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Crisi Livanova, anche Bobba al consiglio aperto L’azienda, però, non ha intenzione di recedere

in 83 senza lavoro
L’ex sottosegretario, a Saluggia all’incontro con i lavoratori, ha criticato la mancata presenza della Regione ma non quella di Corsaro
Crisi Livanova, anche Bobba al consiglio aperto L’azienda, però, non ha intenzione di recedere

C’era anche l’ex sottosegretario Luigi Bobba sabato scorso a Saluggia al consiglio comunale aperto indetto dal sindaco Firmino Barberis sulla crisi di Livanova, l’azienda che ha appena comunicato il licenziamento di 83 lavoratori e rimarcato la non volontà di tornare sui propri passi confermando la volontà di lasciare senza reddito tutte quelle famiglie.

Bobba, che ha annunciato di prendersi carico della questione, ha rimarcato l’assenza della Giunta Regionale, che pure era impegnata in una riunione nella vicina Trino, e anche quella della Provincia di Vercelli. Non ha invece fatto menzione del sindaco di Vercelli Andrea Corsaro, la cui assenza alla riunione che vedeva presenti, accanto ai lavoratori, organizzazioni sindacali e molti sindaci del territorio è stata invece oggetto di una ridicola strumentalizzazione pseudopolitica come per altro già era successo in occasione del cordoglio per i Vigili del Fuoco morti nella tragedia di Quargnento il cui ci fu chi, anziché rispettare il lutto, fece la conta delle amministrazioni comunali che avevano espresso o meno la propria solidarietà.

«L’assemblea – sottolinea Bobba – è stata tesa e carica di preoccupazioni non solo per gli 83 licenziamenti annunciati da Livanova ma anche per i 45 esodi gia’ in atto alla MIcroport (ex Sorin). Ho apprezzato che Il sindaco Barberis abbia voluto coinvolgere tutte le comunità locali dalle quali provengono gran parte dei dipendenti del sito industriale Sorin che conta circa 1600 occupati. Il problema riguarda tutte queste comunità e non a caso sono stati proprio i sindaci per primi non solo a solidarizzare con i lavoratori ma a chiedere subito un tavolo alla Regione, inspiegabilmente assente, nonostante che la Giunta regionale fosse riunita a poco piu’ di 10 km al bosco della Partecipanza di Trino. Hanno fatto bene i sindacati a chiedere un tavolo di crisi al Ministero della Sviluppo Economico perché non solo i modi ma anche le procedure avviate dall’azienda sono difficilmente configurabili come ristrutturazione o crisi aziendale. La produzione di maggior valore, ovvero le valvole cardiache biologiche, verra’ infatti trasferita a Vancouver dove Livanova ha un altro stabilimento. Serve dunque un confronto duro con l’azienda per capire che destino avrà la sua presenza in Italia e a Saluggia in particolare. E poi ricordiamo che si tratta del distretto biomedicale più importante del nostro paese e dunque va tutelato e promosso onde evitare che anche altre aziende presenti nel sito entrino in una spirale negativa. Infine ho chiesto che vi sia un’azione energica nei confronti della Regione perché, anche sulla base della lettera inviata giorni fa dal sindaco di Crescentino Vittorio Ferrero, verifichi subito tutti gli strumenti che ha a disposizione, compresi i fondi comunitari, per favorire l’insediamento e l’avvio nel sito Sorin di attività ad alto valore aggiunto nonche’ tutelare adeguatamente quelle esistenti».

Notizia Oggi, lunedì 2 dicembre 2019, pag. 10

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“LA SCOMMESSA CATTOLICA”: GIACCARDI E MAGATTI PRESENTANO IL LORO LIBRO A VERCELLI

Appuntamento mercoledì 11 dicembre alle 18. Gli autori dialogheranno con mons. Marco Arnolfo, Luigi Bobba e Alfonsina Zanatta

“La scommessa cattolica”: è accattivante il titolo del libro scritto a quattro mani dai coniugi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, noti e apprezzati sociologi che, mercoledì 11 dicembre saranno a Vercelli per presentare la loro ultima fatica letteraria alle 18 nel parlamentino dell’Ovest Sesia in via Duomo, 2. Ancora più indicativo è il sottotitolo scelto per tracciare il percorso che il volume (edito da Il Mulino) intende seguire: “C’è ancora un nesso tra il destino delle nostre società e le vicende del cristianesimo?”. Una domanda impegnativa che parte da alcuni dati di fatto: il cristianesimo ha oltre duemila anni di storia alle spalle, conta un miliardo e 300 milioni di fedeli in crescita grazie alla spinta demografica dei paesi del Sud del mondo. Eppure In Occidente il destino della fede deve misurarsi con un passato in cui si sono intrecciati cristianesimo, modernità, secolarizzazione, e con un presente che vede convivere progresso scientifico e religioni fai-da-te. In che modo allora la Chiesa potrà stare al passo con la vicenda moderna di cui è stata una matrice, ma che oggi la mette in difficoltà? C’è ancora posto per domande che non si esauriscano nelle promesse della tecno-scienza? E, d’altro canto, che futuro ha una modernità che recida completamente il dialogo con la religione?

Chiara Giaccardi insegna Sociologia e Antropologia dei Media presso l’Università Cattolica di Milano, dove dirige anche la rivista «Comunicazioni Sociali». Mauro Magatti Insegna Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano. È editorialista del «Corriere della Sera».

Nel corso della serata dell’11 dicembre i due autori dialogheranno con l’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, Luigi Bobba e Alfonsina Zanatta. Modererà il direttore del Corriere eusebiano, Luca Sogno.

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L’economia sociale? Sempre più strategica in Europa

«Se l’ambizione di realizzare davvero il Pilastro Sociale vuole essere concreta ora serve la promozione di forme di collaborazione inclusiva tra Istituzioni Pubbliche e attraverso provvedimenti che sostengano davvero forme di programmazione, progettazione e gestione partecipata e condivisa», sottolinea Giuseppe Guerini, presidente di CECOP-CICOPA Europe

“Nel mio intervento ho sottolineato che effettivamente l’intero pacchetto relativo al Public Procurement del 2014 rappresenta un punto di svolta importante nell’orientamento delle politiche dell’Unione Europea in tema di regolazione dei mercati e di riconoscimento del ruolo delle imprese dell’economia sociale. Anche se molto rimane da fare rispetto ad una piena attuazione sul piano operativo sia nelle normative degli Stati membri, sia nell’applicazione da parte delle autorità locali.”

leggi l’articolo di Giuseppe Guerrini su Vita.it

 

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Il capitalismo come religione

Nel suo ultimo saggio, “Il capitalismo e il sacro”, edito da Vita e Pensiero, l’economista Luigino Bruni affronta con radicalità una questione a lungo sottovalutata: il capitalismo finanziario andrebbe letto come un fenomeno religioso rovesciato. Il capitalismo finanziario è una religione del debito, dell’iperconsumo, del sacrificio inutile e della dissipazione di valore

Scrive Marx, nel libro terzo del Capitale: «il sistema monetario è essenzialmente cattolico, il sistema creditizio essenzialmente protestante… È la fede che rende beati».

leggi l’articolo di Marco Dotti su Vita.it

 

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