Il 7 agosto è la festa di san Gaetano da Thiene. In questo giorno centinaia di migliaia di fedeli si recano nella zona periferica della città di Buenos Aires, nel quartiere Liniers, al santuario dove è conservata la statua del santo. Qui, baciando il vetro della piccola nicchia che contiene la statua, la gente chiede «pane e lavoro». In quel giorno di festa, ogni anno, l’allora arcivescovo Bergoglio predicava sempre a favore di lavoratori e disoccupati.
Questa predicazione divenne una sorta di esame di coscienza, sia religioso sia civile, della società argentina, con l’obiettivo che essa si riscuotesse grazie a un ritrovato senso di responsabilità, anche delle classi politche. Bergoglio diceva chiaramente che essere senza lavoro disumanizza l’uomo, lo ferisce nel profondo della sua dignità di persona. Il diritto a guadagnarsi il pane, infatti, è fondamentale. Una delle umiliazioni più grandi per un essere umano è quella di trovarsi nelle condizioni di non potersi guadagnare il pane: è la forma peggiore di esclusione. San Gaetano dunque è sempre stato per lui il protettore della speranza.
leggi l’articolo di Antonio Spadaro e Simone Sereni su «La Civiltà Cattolica» del 4 luglio 2020
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