Altro che bonus e sussidi, ai giovani serve lavoro e formazione

Leggi l’articolo di Maurizio del Conte su Il foglio del 3 settembre 2020

 

Luigi BobbaAltro che bonus e sussidi, ai giovani serve lavoro e formazione
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Botta e risposta. Famiglie, l’Isee un indicatore iniquo. Bisogna ripartire dai figli

Il nuovo assegno unico e universale sarà calibrato utilizzando lo strumento che pesa redditi e patrimoni. La formula non è segreta, come pensa il lettore. Ma occorre cambiare approccio

Gentile direttore,
l’articolo del professor Rizzolli sull’assegno unico per ogni figlio prende in seria considerazione due problemi: la difficoltà delle famiglie con figli e la mancanza di nascite in Italia. È un articolo molto qualificato che cerca di contemperare due valori egualmente importanti, cioè il valore per la società della nascita di un figlio e l’equità distributiva per l’assegno unico e universale che sarebbe lo strumento per dare peso concreto a questo valore sociale. Avrei solo un appunto da fare e riguarda il criterio con cui si dà l’assegno che è in base all’Isee, un indicatore in realtà non equo: non è calcolato, infatti, in base al reddito familiare diviso per il nume- ro reale dei figli, ma viene diviso per un numero fasullo di figli. Se una famiglia è composta di 5 persone, padre, madre e 3 figli, e ha un reddito 100, l’Isee non è 100 diviso per 5 membri della famiglia, ossia 20, ma 100 diviso un coefficiente sconosciuto eppure inferiore a 5, circa 3,20. Questo nessuno lo dice, ma vi prego di andare a verificarlo. Se si cambiasse l’Isee dividendo il reddito della famiglia per il numero effettivo dei componenti, allora sì che si potrebbe dare a tutti i figli che nascono un assegno universale unico come riconoscimento dello Stato a chi fa nascere un figlio, ed equo perché il numero dei figli sarebbe reale.

Vittorino Bocchi

leggi la risposta di Massimo Calvi su Avvenire del 3 settembre 2020

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Bobba: così la riforma del Terzo Settore può incoraggiare la filantropia di impresa

Le novità normative e l’emergenza Covid-19 stanno mostrando il valore di un mondo che finora è apparso poco significativo per dimensioni e ruolo, ma che può fornire un contributo importante al nostro Paese

Fondazione Bracco, in collaborazione con Percorsi di secondo welfare, ha deciso di promuovere un ciclo di approfondimenti sulle Fondazioni di impresa italiane coinvolgendo osservatori privilegiati, studiosi ed esperti di varie discipline. L’obiettivo, alla luce delle nuove e complesse sfide sociali sollevate dalla pandemia di Covid-19, è ragionare trasversalmente sul ruolo che le Corporate Foundations del nostro Paese potranno giocare nel prossimo futuro, inserendo tali riflessioni in un una cornice analitica il più possibile ampia e articolata.

Nell’ambito di tale iniziativa abbiamo chiesto a Luigi Bobba di raccontarci in che modo la filantropia di impresa si inserisce nel più ampio quadro della riforma del Terzo Settore. Bobba, già portavoce del Forum Terzo Settore e Presidente delle ACLI, dal 2014 al 2018 è stato Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega per il Terzo Settore, ed è stato uno dei principali artefici della riforma. Pochi mesi fa ha dato vita a Terzjus, Osservatorio che intende attraverso attività di studio e ricerca intende favorire la comprensione e un’efficace applicazione del nuovo “diritto comune del Terzo Settore” stabilito nato proprio dalla riforma.

leggi l’intervista su Secondo Welfare del 4 settembre 2020

Luigi BobbaBobba: così la riforma del Terzo Settore può incoraggiare la filantropia di impresa
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Chi prende in giro il Terzo settore? Le ipocrisie e i falsi alleati

Il capitale sociale del Paese durante la crisi ha fatto la differenza, ma ha falsi alleati e molte criticità sono irrisolte. La Riforma non è del tutto attuata e manca una politica specifica sulla «social economy» su cui l’Europa ha messo attenzione

A parole sono tutti d’accordo. Il capitale sociale italiano è la polizza assicurativa del Paese e il volontariato la spina dorsale della cittadinanza. Il Bene però ha due nemici: il conformismo e l’ipocrisia. E, dunque, troppi falsi alleati. Nel momento in cui Buone Notizie, dopo la pausa estiva, riprende il suo percorso, vorremmo rivolgere al governo e alla maggioranza che lo sostiene una semplice domanda. «Il futuro del Terzo Settore è tra le vostre priorità o lo state soltanto prendendo in giro con false promesse e pacche sulle spalle?». Chiediamo scusa per la brutalità del quesito ma spesso la sintesi estrema è indispensabile alla chiarezza.

leggi l’articolo di Ferruccio De Bortoli su Corriere Buone Notizie del 31 agosto 2020

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Global Inclusion: l’11 settembre in streaming come cambiare L’Italia in maniera inclusiva

L’ 11 settembre si terrà la seconda edizione di Global Inclusion, l’evento digitale in streaming a intranet unificate in cui imprese, associazioni non profit, università e istituzioni si confronteranno su come cambiare il nostro paese in quelli che sono stati definiti gli Stati Generali dell’inclusione.

Consapevole della gravità del momento, l’ecosistema delle imprese, associazioni non profit, università e istituzioni si propone di contribuire a trasformare il Paese in una comunità aperta al futuro, valorizzando reti ed alleanze orientate a preservare e accrescere il valore del sistema Italia con impegno, operosità e solidarietà.

Il programma di Global Inclusion 2020

MATTEO MARIA ZUPPI Cardinale e Arcivescovo metropolita di Bologna

PRESENTAZIONE STATUTO DELLA RINASCITA INCLUSIVA

LUIGI BOBBA Presidente Comitato Global Inclusion – Art. 3

LAURA ORESTANO Comitato Global Inclusion – Art. 3

FLORIANA FERRARA Comitato Global Inclusion – Art. 3

GIUSEPPE SANTELLA Comitato Global Inclusion – Art. 3

PAOLO VENTURI Comitato Global Inclusion – Art. 3

INTERVENTI KEY NOTE

Inclusione anno 2020 ELENA BONETTI, Ministra per le pari opportunità e la famiglia

Economia e Inclusione ANTONIO MISIANI, Sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze

Crescita potenziale di sviluppo sostenibile SANDRO CALVANI

La condizione delle donne e dei bambini nella crisi Covid-19 NANDO PAGNONCELLI, Ipsos

Prendere in mano il proprio destino: la moda eticaVINCENZO LINARELLO, Goel

Ecosistema dell’inclusione STEFANO ZAMAGNI, Presidente della Pontificia accademia per le scienze sociali

ESPERIENZE Il patto tra le generazioni: rinascere con i giovani

PRESENTAZIONE LAVORI ASSOCIAZIONE ITALIANA DIREZIONE DEL PERSONALE

TERZO SETTORE E UNIVERSITÀ

CHIUSURA

Invito alla sottoscrizione dello Statuto della Rinascita inclusiva

leggi l’articolo su Massa Critica de 29 agosto 2020

 

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Referendum, Prodi: “Ecco perché voto no. Il numero dei Parlamentari non è il vero problema”

L’ex premier sul Messaggero: “Più utile un voto negativo per evitare che si pensi che la diminuzione del numero dei parlamentari costituisca una riforma così importante per cui non ne debbano seguire le altre”

Romano Prodi con un editoriale sul Messaggero si schiera per il ‘No’ al referendum sul taglio dei parlamentari.

“Sto in questi giorni cercando di capire – spiega Prodi – perché ogni persona con cui mi trovo a parlare mostra un crescente disorientamento nei confronti del referendum per il quale siamo chiamati a votare nel prossimo mese di settembre”

leggi l’intervista a Romano Prodi su Il messaggero del 28 agosto 2020

 

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Papa Francesco: «Se l’economia è malata e uccide, non possiamo stare a guardare»

Nell’udienza generale di stamane il Papa, proseguendo nella Catechesi “Guarire il mondo”, ha detto: «Dopo la crisi, continueremo con questo sistema economico di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura dell’ambiente, del creato, della casa comune? Pensiamoci. Possano le comunità cristiane del ventunesimo secolo capire che la cura del creato e la giustizia sociale, vanno insieme»

leggi il redazionale di Vita.it del 26 agosto 2020

Luigi BobbaPapa Francesco: «Se l’economia è malata e uccide, non possiamo stare a guardare»
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Incidente sul Monte Rosa per Luigi Bobba

Ho atteso 48 ore prima di scrivere qualche pensiero sulla caduta che mi è capitata sul ghiacciaio del Gastelet a pochi passi dal rifugio Gnifetti situato a 3647 m, base di partenza per la Capanna Margherita, situata sulla Punta Gnifetti a 4554 m. Il più alto rifugio d’Europa.
Volevo vedere la ristrutturazione della Margherita completata proprio in questo agosto a 40 anni dall”ultimo intervento. E poi il desiderio di Carlo e di Fabrizio e Mariachiara Zeri di salire per la prima volta alla Margherita, mi aveva spinto a programmare un’ascensione che avevo già fatto diverse volte. E invece lì sul ghiacciaio del Gastelet (prima foto a sinistra) l’imponderabile o la distrazione mi hanno fatto scivolare sul ripido ghiacciaio (foto due) ormai pieno di detriti per via dello scioglimento. Eravamo saliti fin lì ridendo e scherzando con Mariachiara, Fabrizio e Carlo salendo le roccette prima del ghiacciaio. Felici di poter fare questa ascensione. E invece, manco fossi un principiante e non uno che è salito da quando avevo 20 anni su tutte le nostre belle montagne – Bianco, Rosa, Cervino, Granparadiso e tante altre – sono scivolato per più di 50 m in un tratto esposto ma non particolarmente difficile. Devo dire grazie al mio Angelo Custode, o alla Madonnina dei ghiacciai situata al Rifugio, che hanno guardato dalla parte giusta evitandomi guai peggiori. E poi grazie alle guide, prontamente scese dal rifugio, che hanno chiamato subito l’elicottero e agli operatori del Soccorso Alpino che in poco tempo mi hanno trasferito in sicurezza al reparto di Medicina di urgenza dell’ospedale di Aosta, dove oggi mi trovo, e dove sono stato curato con professionalità e umanità. E grazie a mia moglie Ornella e alle mie due figlie Arianna e Giuliana che, da vicino e da lontano, mi hanno aiutato superare lo spavento e il trauma della spaventosa caduta. Sicuramente continuerò a salire le nostre meravigliose montagne, ma l’incidente, per fortuna senza gravi conseguenze (scherzando dico non ho nulla rotto, ma sono tutto grattugiato), mi ha insegnato a raddoppiare la prudenza e l’attenzione alla sicurezza. Ma la passione per la montagna non si spegne. È una passione vitale che spero di poter ancora a lungo coltivare.
P.S. Non posto la mia foto dall”ospedale, perché potrei turbare il sonno di qualcuno, ma tranquilli tra un paio di giorni mi dimettono.
Post post scriptum. Grazie a Carlo, Fabrizio e Mariachiara che il giorno dopo sono andati sul luogo dove la mia caduta si è arrestata e hanno recuperato il mio cellulare (un po’ ammaccato come il sottoscritto) ma perfettamente funzionante. Tanto che è proprio da questo cellulare che scrivo.
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Fino al 31 ottobre iter semplificato per gli adeguamenti statutari

Doppio binario per il termine di adeguamento degli enti non profit alle disposizioni del Codice del Terzo settore (Cts, Dlgs 117/2017). Varie scadenze sono da tenere sotto controllo, per chi si appresta ad entrare a pieno regime nella riforma.

In vista del termine del 31 ottobre 2020 per gli adeguamenti degli statuti con le maggioranze semplificate e in attesa dell’emanazione del decreto attuativo del nuovo Registro unico nazionale (Runts, prevista per settembre), le Onlus, le organizzazioni di volontariato…

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Non serve un quarto settore, ma una nuova economia

Non è la prima volta e non sarà l’ultima…

Non è la prima volta che succede e probabilmente accadrà ancora in futuro. Molte organizzazioni e istituzioni intuiscono che qualcosa sta cambiando – non da oggi – e quindi attraverso manifesti, position paper, consultazioni provano a leggere il nuovo scenario al fine di giocare un ruolo attivo nel riscrivere i “termini e condizioni” di un nuovo contratto sociale.

leggi l’articolo di Paolo Venturi e Flaviano Zandonai su Vita.it del 22 agosto 2020

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