Il vento in tutto il mondo sembra essere cambiato. I leader populisti hanno dato l’impressione di non essere preparati a gestire una crisi tanto complessa
Caro Conte, serve una strategia di rilancio che includa il Terzo Settore e l’economia sociale
Con una lettera aperta, assieme a diversi esponenti della società civile, ho chiesto al Presidente del Consiglio Conte di adottare un Action Plan che possa essere sinergico con le misure previste dalla Commissione Europea
Riceviamo e rilanciamo volentieri una lettera aperta – promossa da Carlo Borzaga e Gianluca Salvatori, di Euricse, e Marco Musella, di Iris Network – per proporre al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte un piano di azione per il Terzo Settore e l’economia sociale, in sintonia con l’Action Plan for Social Economy che la Commissione Europea si accinge a lanciare. Tra i primi firmatari del documento: Donatella Bianchi, Luigi Bobba, Carlo Borgomeo, Mario Calderini, Enrica Chiappero, Gherardo Colombo, Ferruccio de Bortoli, Franca Maino, Maurizio Ferrera, Cristiano Gori, Giuseppe Guzzetti, Sebastiano Maffettone, Enzo Manes, Serena Porcari, Franco Marzocchi, Marco Morganti, Felice Scalvini, Vera Negri Zamagni, Stefano Zamagni”.
leggi la lettera nell’articolo su Secondo Welfare del 16 giugno 2020
“Ora si punta davvero sul Terzo settore”. Luigi Bobba plaude al Recovery Plan
Il Recovery Plan è il tempo e il luogo dove portare a compimento la riforma del Terzo settore
leggi la mia intervista su Notizia oggi del 15 giugno 2020 pag. 23
Stefano Lepri: “Voto in aula entro l’estate”
Il deputato dem autore della proposta autore della proposta sull’assegno: servono 6-7 miliardi, possono arrivare dai fondi Ue e dalla revisione della spesa. Ma ora non pagheremo le pensioni.
Leggi l’intervista a Stefano Lepri su L’Avvenire del 13 giugno 2020
Family Act, cosa prevede. Assegno unico per i figli e congedi più lunghi
Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge fortemente voluto dalla ministra Bonetti. Conte: sostegno alla genitorialità
Via libera del Consiglio dei ministri al Family Act. La conferma arriva via Twitter dal leader di Italia Viva Matteo Renzi: “Il Family Act presentato dalla ministra Elena Bonetti alla Leopolda – scrive Renzi – è stato appena approvato dal Consiglio dei Ministri. Molto bene. Soldi e diritti per figli e famiglie”.
“Sono misure per sostenere la genitorialità, la funzione sociale ed educativa delle famiglie e contrastare il problema della denatalità e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro. E’ un nuovo e significativo provvedimento normativo”, ha detto il premier, Giuseppe Conte.
leggi Quotidiano.net del 11 giugno 2020
Antonio Fici: “Non c’è Terzo settore senza diritto del Terzo settore”
La sintesi dei lavori del primo seminario online del neonato “Osservatorio di Diritto del terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale” presieduto da Luigi Bobba, sui rapporti tra le PA e gli enti non profit
Alla presenza “virtuale” di circa 300 partecipanti, si è svolto il primo seminario online organizzato da Terzjus, il neonato “Osservatorio di Diritto del terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale”, costituito da diversi enti e reti del terzo settore e presieduto da Luigi Bobba, che da sottosegretario del Ministero del Lavoro è stato il “padre” della riforma del 2017. La registrazione integrale del seminario sarà presto resa disponibile nel sito dell’Osservatorio. Introduzione e conclusioni sono state tenute dal direttore scientifico dell’Osservatorio, prof. Antonio Fici. Ci si sofferma sulle sfide e le opportunità nascenti dagli articoli 55 e 56 del Codice, anche alla luce degli spunti forniti dagli autorevoli relatori intervenuti durante l’evento.
“Gli ammortizzatori sociali non sono panacea di tutti i mali” Francesco Seghezzi
Non ci voleva un genio a capirlo, ma nel I trimestre 2020 è stata la fetta più giovane del mercato del #lavoro a pagare le conseguenze della pandemia con un calo dei nuovi contratti del 13% rispetto allo scorso anno. Gli ammortizzatori sociali non sono panacea di tutti i mali.
Non ci voleva un genio a capirlo, ma nel I trimestre 2020 è stata la fetta più giovane del mercato del #lavoro a pagare le conseguenze della pandemia con un calo dei nuovi contratti del 13% rispetto allo scorso anno.
Gli ammortizzatori sociali non sono panacea di tutti i mali. pic.twitter.com/ODlNSKdljP— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) June 10, 2020
Luigi Bobba: “Il contribuente diventa un motore di coesione sociale”
Ci sono quasi 16,5 milioni di persone che scelgono di avvalersi del 5 per mille, ovvero più della metà dei contribuenti italiani che presentano una dichiarazione dei redditi con una tassazione positiva. È da loro che bisogna ripartire se non vogliamo – come ha scritto su Vita Giuseppe De Rita – arrenderci allo statalismo dell’emergenza.
La coincidenza tra la campagna fiscale in corso e la Fase 2 della crisi epidemica, ci offre l’occasione per ripensare e rafforzare questo originale strumento di sussidiarietà fiscale – nato nel 2006 –, che viene utilizzato da un numero di contribuenti quasi pari a quelli che optano per l’8 per mille per le diverse confessioni religiose e cinque volte superiore a coloro che si avvalgono del 2 per mille destinato ai partiti politici. Il successo di questa misura evidenzia quanto gli italiani apprezzino il lavoro di tante associazioni, fondazioni e organizzazioni di volontariato che promuovono la ricerca scientifica per combattere malattie mortali, che operano in luoghi di conflitto e di miseria, che si impegnano per la cura e l’educazione dei bambini e dei ragazzi specialmente nei Paesi del Sud del Mondo, che sono vicine agli anziani e alle persone disabili e che proteggono e curano il nostro ambiente e i nostri beni culturali. Tra il 2013 e il 2014, il numero dei contribuenti che utilizzavano il 5 per mille conobbe un’impennata che portò il totale intorno ai 16 milioni per poi conoscere, negli anni successivi, una sostanziale stabilizzazione. Domanda: come raggiungere quell’altro quasi 50% di contribuenti che non si servono della facoltà di indirizzare per una buona causa una parte della tassazione dovuta, diventando così protagonisti della tenuta e della coesione sociale del Paese in un momento così difficile? Ci sono tre strade che si possono percorrere.
La prima appartiene alla responsabilità del Governo: dimezzare i tempi per l’erogazione del 5 per mille ai beneficiari. Fino ad oggi la prassi era che trascorressero ben due anni da quando il cittadino indicava sul 730 il codice scale dell’ente a cui voleva destinare il suo 5 per mille, al momento in cui il beneficiario riceveva la somma spettante. La riduzione ad un anno darà al contribuente una maggior fiducia che le proprie risorse arrivino velocemente al destinatario e non si perdano nei meandri della burocrazia.
Secondo: comunicare a un pubblico largo il volto positivo di questa misura di sussidiarietà fiscale, in modo da provare a persuadere anche quei 14 milioni di contribuenti che non hanno mai scelto di utilizzare il 5 per mille. La Rai, servizio pubblico, gioca un ruolo decisivo su questo versante, ma i media e le piattaforme interessate devono essere molteplici. E se questo porterà a rendere insufficienti le risorse del fondo dedicato – 500 milioni –, il Governo provveda a incrementarlo adeguatamente.
Infine, ci si affretti a rendere operativo il Registro Unico degli Enti di Terzo settore, in modo che tutti coloro che saranno iscritti potranno accedere al 5 per mille, ampliando così la platea dei beneficiari. Platea che, tra l’altro, andrebbe riordinata in quanto vi sono squilibri evidenti tra gli enti di volontariato che ricevono mediamente un importo pari a 7.200 euro e gli enti della ricerca scientifica e della sanità a cui arriva invece una somma pari a circa 225mila euro.
Parafrasando Giorgio Gaber, la sussidiarietà fiscale non è una bella affermazione da esibire in qualche convegno, ma una strada che può contribuire a rafforzare le reti della solidarietà e favorire la rinascita inclusiva delle nostre comunità.
scarica la pagina con il mio editoriale nell’allegato alla rivista Vita.it di Giugno 2020
Al Recovery Plan serve completare la riforma del Terzo settore
Esattamente quattro anni fa la veniva varata la legge 106 del 6 giugno 2016 oggi ancora in buona parte inattuata: registro unico, 5 per mille, servizio civile universale, impresa sociale, social bonus. Portare a termini i relativi provvedimenti attuativi significherebbe dare corpo alle parole del ministro Gualtieri e dotare il Paese di uno strumento importante per immaginare un nuovo modello di politiche economiche e sociali. L’intervento dell’ex sottosegretario e presidente di Terzjus, l’osservatorio sulla riforma del Terzo settore
Luigi Bobba: “L’ESS, espoir de l’Europe”. La Tribune Fonda n°246 «Pour une société du Faire ensemble»
Pour Luigi Bobba, l’établissement d’une économie européenne de l’espoir doit mener les gouvernements et les citoyens à trouver l’issue aux crises actuelles.
Entretien avec Luigi Bobba Secrétaire d’État italien du Travail et des Politiques sociales de 2014 à 2018.
Propos recueillis par Gabriela Martin, secrétaire générale de la Fonda
N°246 – Pour une société du Faire ensemble – Juin 2020