Demografia e politiche famigliari
Luigi Bobba, Fabrizio Pregliasco: “Sussidiarietà” – Mantova, 21 settembre 2021
Sbrissa: «La formazione professionale, chiave per ridurre il mismatch tra scuola e lavoro»
«Parliamo di lavoro del futuro, ma quel lavoro è già qui. Per capirlo, basta guardare il modello vincente della formazione professionale», spiega l’amministratore delegato di Enaip Veneto. Più che un disequilibrio tra domanda e offerta, aggiunge, c’è una percezione errata da parte di chi «ancora pensa che i tecnici siano lavoratori di serie B, mentre numeri e dati dimostrano il contrario»
«La tecnica è bellezza e il lavoro professionale è il mix vincente di tecnica, bellezza e competenza». Giorgio Sbrissa è Amministratore delegato di Enaip Veneto e dal marzo, scorso, presidente di Forma Veneto, l’associazione regionale degli enti di formazione professionale di ispirazione cristiana, di cui fanno oggi parte Cnos-Fap Veneto (Salesiani), Ficiap Veneto, Enaip Veneto, Fondazione San Nicolò, Fedform Veneto, Ciofs-FP, Irigem e Centro Produttività Veneto. Sbrissa parla con grande passione di «quell’enorme bacino di capacità di generare futuro che è la formazione professionale». Un tema, questo, che accanto al rapporto tra scuola e società, tra scuola e formazione e tra formazione e lavoro è al centro del numero di settembre di Vita.
La Riforma del Terzo Settore. L’innovazione digitale in campo
Il settore è stato riformato nel 2017, ma ora si tirano le fila. Anche con il digitale.
Il Terzo Settore in Italia è un complesso molto importante e ampio di enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Si contano nel nostro Paese circa 360.000 enti. Il settore è stato riformato nel 2017, ma ora si tirano le fila. Anche con il digitale.
Il “Terzo Settore” presuppone che ve ne siano altri due prima. Infatti il primo è costituito dal Mercato e il secondo dallo Stato. Il Terzo Settore è una vasta area di iniziative di sostegno alle situazioni di necessità, è costituito da un insieme di organizzazioni, si stima ad oggi circa 360mila. Ve ne sono di formali, dotate di uno statuto che ne regola il modus operandi, di private che agiscono con maggiore autonomia, no-profit, aconfessionali, apolitiche, ma anche confessionali e schierate politicamente. Queste organizzazioni, tutte, operano con un fine unico, il bene della comunità intesa come concetto ampio e inclusivo. Ma è un settore deregolamentato. Fino al 2017, anno in cui si è concretizzata la riforma che ha riconosciuto e attribuito al settore la doverosa dignità legislativa.
Abbiamo un nuovo Piano contro la Povertà (e nessuno lo dice)
C’è un fatto di tutto rilievo che però è assolutamente ignorato dal dibattito in corso sul Reddito di Cittadinanza: ad agosto è stato pubblicato il nuovo “Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà”. Ecco le novità
Metadone per Giorgia Meloni, «diseducativo e clientelare» per Matteo Salvini che pure l’ha votato, sacro graal per i Cinque Stelle che lo difendono con una levata gli scudi. Sul reddito di cittadinanza si è aperta (di nuovo) una guerra ideologica combattuta a spron di dichiarazioni e titoli, quando invece «l’elenco di cose da fare per migliorare il Reddito di Cittadinanza è lì fin da quando la misura è stata decisa», come giustamente ha ricordato Gianmario Gazzi, il presidente dell’Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali. E di certo di una misura contro la povertà il Paese non può fare a meno.
La governance degli enti del terzo settore dopo la riforma. Roma, 23 settembre 2021
Iniziativa organizzata nell’ambito del Corso di perfezionamento su Terzo Settore. Imprese e benefici sociali, in collaborazione con Luiss DREAM e Terzjus – Osservatorio di Diritto del terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale. Con il contributo di Unicredit.
Saluti introduttivi
Antonio Nuzzo Direttore Luiss School of Law
Luigi Bobba Presidente Terzjus
Roberto Fiorini Regional Manager Centro Unicredit
Consegna delle pergamene ai partecipanti al 1° Corso di perfezionamento su Terzo Settore. Imprese e benefici sociali
Relazione introduttiva
L’organizzazione degli enti del terzo settore tra codice civile, leggi speciali e autonomia privata
Gian Domenico Mosco Direttore del Corso in Terzo Settore. Imprese e benefici sociali, Direttore Luiss DREAM
ore 10:00-13:00
Parte I: Le associazioni e le fondazioni del terzo settore
Presiede
Gian Domenico Mosco Direttore del Corso in Terzo Settore. Imprese e benefici sociali, Direttore Luiss DREAM
Relazioni
I soci e l’assemblea
Michele Tamponi Professore di Diritto civile, Università Luiss Guido Carli
L’organo di amministrazione
Mario Stella Richter Professore di Diritto commerciale Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Il sistema dei controlli
Salvatore Lopreiato Professore di Diritto commerciale. Università Luiss Guido Carli
Profili organizzativi di associazioni a base sociale diffusa, associazioni di secondo livello e reti associative
Antonio Fici Professore di Diritto privato, Università degli Studi del Molise
Interventi programmati
Mario Renna Professore di Diritto Privato, Università di Siena
Marco Rizzuti Ricercatore di Diritto Privato, Università di Siena
Emanuele Tuccari Assegnista di Ricerca in Diritto Privato, Università di Siena
Ore 14:00-16:30
Parte II: La governance delle imprese sociali societarie
Presiede
Antonio Fici Professore di Diritto privato, Università degli Studi del Molise
Relazioni
Le imprese sociali società di capitali
Carlo Ibba Professore di Diritto commerciale, Università degli Studi di Sassari
Le imprese sociali società cooperative
Giustino Di Cecco Professore di Diritto commerciale, Università degli Studi Roma Tre
Dalle imprese sociali alle imprese lucrative: la responsabilità sociale
Giorgio Marasà Diritto Commerciale Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Interventi programmati
Antonio Damiano Dottore di Ricerca Università Luiss Guido Carli
Raffaele Felicetti Dottorando di Ricerca Università Luiss Guido Carli
Pier Paolo Pirani Assegnista di Ricerca Università Luiss Guido Carli
Dibattito
Andrea Notarnicola: “In workshop e laboratori la «transizione sociale» che parte dalle imprese”
Un ecosistema di 171 imprese integrato con il Terzo settore e gli atenei
Da mercoledì 15 settembre, il «Comitato Global Inclusion – art. 3» e Il Sole 24 Ore, in collaborazione con l’Associazione Italiana per la Direzione del Personale, mobiliteranno l’ecosistema delle imprese, del Terzo settore e dell’università nella terza stagione «Global Inclusion 2021», per la condivisione di pratiche di successo nel diversity management . L’evento di kick-off sarà fruibile in streaming su ilsole24ore.com mercoledì 15 dalle 17.30.
leggi l’articolo di Andrea Notarnicola su Il sole 24 Ore del 13 settembre 2021
Elena Bonetti: «Basta con gli incentivi a tempo, la parità diventerà strutturale»
La ministra per le Pari opportunità e Famiglia spiega la strategia nazionale approvata ad agosto, dalla decontribuzione del lavoro femminile alla soglia per limitare il gender pay gap
leggi l’intervista alla ministra Elena Bonetti su Il sole 24 Ore del 13 settembre 2021
Sosteniamo un nuovo modello di leadership inclusiva – Global Inclusion
L’ecosistema delle imprese, del Terzo settore, dell’università promuove la condivisione di soluzioni efficaci per il governo del cambiamento: rimuoviamo ostacoli e superiamo pregiudizi per valorizzare davvero le differenze.
Così partecipiamo insieme alla rinascita del Paese
Oltre la tenaglia fra stato e mercato: “l’ecologia delle istituzioni”
Alcuni mesi fa (per la precisione, all’inizio della primavera, in uno scenario che – per quanto non remoto – è ormai completamente mutato, a riprova di quanto questa strana stagione ci ponga di fronte a continui rivolgimenti di fronte), chi scrive offriva dalle pagine di questo sito una piccola riflessione sulla necessità di una “ecologia istituzionale” che possa, all’esito del “tempo di pandemia” dal quale siamo attraversati, rinnovare alcune delle coordinate che determinano gli equilibri attuali fra i poteri pubblici e i cittadini.
Premessa del discorso è che, più che di veri punti di equilibrio, si debba parlare di “dis-equilibri”, ossia di approdi sdrucciolevoli ed insicuri, prodotti di lunghi rivolgimenti mai pienamente maturati; del perdurare, accanto a non del tutto dischiusi embrioni di cambiamento, di una grammatica antica del diritto e del potere (ancora imperniata sul dominio concettuale dell’arsenale ideologico della statualità moderna), lasciata a gestire – inadeguatamente – un magmatico divenire della realtà socio-economica.
Leggi l’intero articolo di Giulio Stolfi su Comunità di Connessioni del 4 Settembre 2021