Terzjus: Riforma in movimento per il Terzo Settore

Osservatorio Terzjus in collaborazione con Italia non profit promuove il progetto Riforma in movimento per il Terzo Settore. Già l‘85% dei rispondenti dichiara di volersi iscrivere al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

Il Presidente dell’Osservatorio Terzjus, Luigi Bobba, rilancia, con una comunicazione video diretta a tutti gli enti del Terzo Settore, il progetto di ricerca Riforma in Movimento, realizzato da Terzjus in collaborazione con Italia non profit.

leggi l’articolo su Il Messaggero del 18 Marzo 2021

Luigi BobbaTerzjus: Riforma in movimento per il Terzo Settore
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FORMAZIONE PROFESSIONALE. CANALIS (PD): “RITARDI SULL’ACQUISTO DEI DEVICES INFORMATICI”

FORMAZIONE PROFESSIONALE. CANALIS (PD): “RITARDI SULL’ACQUISTO DEI DEVICES INFORMATICI. SIAMO ALLA TERZA ONDATA E 6.000 STUDENTI PIEMONTESI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE SEGUONO ANCORA LA DAD SUL CELLULARE”
Monica Canalis (Pd): “Piemonte fanalino di coda. Veneto, Emilia-Romagna e Toscana già nella prima ondata avevano fornito tablet e pc agli studenti svantaggiati. Così si rischia un boom della dispersione scolastica”.
«Il 10 dicembre scorso la Giunta Cirio aveva bocciato un mio Ordine del Giorno, che chiedeva di acquistare i devices per la Didattica a Distanza dei centri di formazione professionale, ed oggi, che in Piemonte questi studenti tornano in Dad, i devices non sono ancora arrivati.
Da molti mesi l’assessore regionale Elena Chiorino promette l’uscita di un bando da 6 milioni di euro, a parziale ristoro delle spese straordinarie sostenute dalle Agenzie di formazione professionale, in cui rientrerebbero le attrezzature per la Dad e quindi l’acquisto dei devices, ma il rischio è che questi soldi arrivino a pandemia finita e che, intanto, cresca il numero di ragazzi che abbandonano gli studi per l’impossibilità di seguire agevolmente le lezioni sullo schermo di uno smartphone.
La formazione professionale è competenza esclusiva delle Regioni e, infatti, moltissime Regioni hanno già acquistato i devices. L’omologa veneta dell’assessore Chiorino, Elena  Donazzan, lo aveva fatto già durante la prima ondata della pandemia.
In Piemonte circa 17.000 studenti frequentano ogni anno i percorsi di qualifica in obbligo di istruzione. Numeri grandi, che tuttavia non sembrano ottenere la necessaria attenzione da questa Giunta se si consente che circa 6.000 di questi non abbiano ancora un device.
Il modello piemontese della formazione professionale è un’eccellenza di livello nazionale che ha ridotto la dispersione scolastica, migliorato l’orientamento e garantito al Piemonte di essere in cima alla lista delle Regioni italiane per utilizzo del Fondo Sociale Europeo.
Per essere all’altezza di questo modello, serve più puntualità nella presentazione dei bandi, meno promesse e più concretezza (i termoscanner non sono mai arrivati…).
Questa volta non si può addebitare il ritardo al Governo nazionale. La Giunta Cirio prenda esempio dalle altre Regioni e ponga rimedio al più presto alla grave mancanza di devices, che si abbatte sulle nuove generazioni e sulla fascia più svantaggiata della popolazione».
Monica CANALIS, vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale
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Formazione duale e reskilling

L’occupazione è la prima sfida di Mario Draghi. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza su cui il Governo sta lavorando sarà fondamentale per rilanciare il lavoro. Sul numero del magazine di marzo proviamo a indicare un orizzonte possibile, concreto e ad alto impatto

leggi qui l’articolo di Luigi Bobba pubblicato a pag. 29 di Vita Magazine, #3 marzo 2021

Il nuovo governo e il ministro del Lavoro Andrea Orlando si troveranno subito di fronte ad una scelta rilevante: se prorogare o meno il blocco dei licenziamenti in vigore fino al 31 marzo. Stop ai licenziamenti, nuovo piano ristori per autonomi e collaboratori e Cassa integrazione sono temi spinosi ma che rappresentano solo la parte emersa dell’iceberg. Ma allo stesso tempo, il rischio di di un impatto devastante deriva ancor di più dalla parte nascosta dell’iceberg – lavoro. E, come si sa, ciò che le acque nascondono è molto più grande e pericoloso,di quello che riusciamo a vedere in superficie. Fuor di metafora, la parte nascosta dell’iceberg è rappresentata dai dati che l’Istat ci ha messo sotto gli occhi poche settimane fa. Nonostante il blocco dei licenziamenti, il sistema Italia ha perso nell’ultimo anno 444.000 occupati. Di questi, i tre quarti sono donne. Il prezzo più pesante lo hanno pagato le persone con contratto a termine (-393.000) e i lavoratori autonomi (- 209.000). Il 30% circa dei giovani sono inoccupati e si è gonfiato il numero degli inattivi,cresciuti di 150.000 unità. Come evitare che giovani, donne, precari e lavoratori autonomi siano ulteriormente colpiti dalla crisi pandemica? Certo, bisogna investire,fare “debito buono”come ha detto il presidente del Consiglio Draghi, creare cioè le condizioni perché le imprese possano crescere ed innovare. Ma non basta. Uno dei nodi irrisolti riguarda la carenza di politiche attive del lavoro. Ecco una delle priorità del PNRR, da tener ben presente nella riscrittura che il nuovo Governo intende fare. Per questa “missione” suggerisco tre vie che presuppongono sia un’adeguata destinazione di risorse,che una necessaria riforma delle attuali normative.

Innanzitutto, sviluppare il sistema duale della formazione. Nato con il Jobs Act, è incentrato essenzialmente su due strumenti: apprendistato formativo e istruzione tecnica superiore. Quali le ragioni per motivare tale scelta? Primo:per abbattere il tasso di abbandono scolastico nel conseguimento della licenza dell’obbligo e dei titoli secondari – oggi superiore al 16% – per portarlo, come ci chiede la UE,sotto il 10%. Secondo: il nostro Paese,nonostante l’alto tasso di inoccupazione giovanile, presenta un forte mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Unioncamere ci dice che le imprese hanno difficoltà a reperire operai specializzati, tecnici, professionisti e artigiani sia per carenza di candidati che per mancanza delle competenze necessarie. Il sistema duale di istruzione e formazione si è rivelato – in questi ultimi tre anni – uno strumento efficace per ridurre l’abbandono scolastico e favorire la transizione scuola/lavoro. Forma – la principale rete delle agenzie formative accreditate dalle Regioni – ha avanzato una proposta che l’ultima versione del PNRR ha recepito solo parzialmente. Serve un investimento di più di 5 miliardi per raggiungere circa 160.000 giovani disoccupati senza un titolo di studio secondario in modo da farli accedere, in apprendistato formativo, all’ultimo anno dei percorsi triennali di Ie FP per il conseguimento della qualifica o del diploma professionale. E di coinvolgere, circa 400.000 Neet con diploma di scuola secondaria, da inserire, in apprendistato duale di terzo livello, finalizzato al conseguimento di un diploma ITS.(Istruzione Tecnica Superiore)

Una seconda via a cui attribuire risorse è il Servizio civile. La legge di bilancio 2021 ha disposto di portare a 300 milioni lo stanziamento annuale, in modo da poter avviare circa 55.000 volontari in servizio civile. Un buon segnale ma insufficiente per accogliere tutte le domande di coloro che vorrebbero fare questa esperienza, che sono 80/100.000 ogni anno. Infatti, il Servizio civile si è rivelato uno strumento utile per far crescere una cultura della solidarietà,ma altresì un modo per consentire ad alcune decine di migliaia di giovani di fare un’ esperienza utile per maturare competenze spendibili per il successivo inserimento professionale. Diverse ricerche ci dicono che la possibilità di occuparsi e la durata della transizione scuola/lavoro sono significativamente migliori per i giovani che hanno fatto servizio civile rispetto alla generalità della popolazione giovanile. E per diffondere la cultura del volontariato e dell’impegno civico si potrebbe altresì sperimentare un’alternanza scuola/servizio civile per tutti i giovani tra i 16-18 anni che frequentano una scuola secondaria o la formazione professionale. Due strade complementari che richiedono complessivamente circa due miliardi di investimento.

Infine,sul piano delle riforme occorre mettere mano rapidamente alla regolazione degli strumenti di inserimento al lavoro dei giovani: tirocinio e apprendistato. La prospettiva è quella di avere l’apprendistato come unico e vero contratto di formazione. Tale obiettivo passa attraverso la revisione sia della normativa sui tirocini che dell’apprendistato. Circa i tirocini si potrebbe seguire la via francese, riducendo drasticamente la possibilità di attivare tirocini extracurricolari e legando la durata degli stessi al tipo di mansione che si andrà a svolgere. E, allo stesso tempo, fissare l’obbligo per i tirocini curricolari ( quelli che vengono attivati durante il percorso di studi) di una retribuzione minima di 350/400 euro mensili . Questa revisione porterebbe a rafforzare il sistema duale di istruzione formazione facendo dell’apprendistato un vero contratto formativo finalizzato ad ottenere, anche lavorando,un titolo secondario o terziario. Oggi l’apprendistato, articolato su tre livelli, è troppo macchinoso per poter essere facilmente utilizzato dalle imprese che, in molti casi, anche per il minor costo e i minori vincoli, si affidano ai tirocini. Inoltre,quello più scelto dalle imprese non è un vero contratto formativo,- l’ apprendistato di secondo livello – in quanto la formazione è ridotta a meno di 150 ore e non dà luogo al conseguimento di un titolo di studio. Naturalmente anche qui serve un investimento di risorse per ridurre la contribuzione dovuta dal datore di lavoro e sostenere i costi per i tutor aziendali. E, sul versante delle scuole e delle agenzie formative,destinare più risorse per avere moduli formativi flessibili e compatibili con l’organizzazione delle imprese,introducendo la figura professionale del tutor per l’orientamento e l’inserimento al lavoro.

In sostanza, rafforzamento del sistema duale di istruzione, revisione della normativa su tirocinio e apprendistato e realizzazione di un servizio civile veramente universale darebbero forma ad un investimento sui giovani come unica e vera garanzia di equità generazionale. Non dimentichiamo che i 2/3 delle risorse di Next Generation Eu, dovremo restituirle entro il 2058 . Dunque, stiamo impegnando risorse di cui i nostri figli e nipoti avranno l’onere di restituire. Solo cosi il PNRR sarà veramente un programma da Next Generation Italia. 

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Luigi BobbaFormazione duale e reskilling
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“La responsabilità politica. Una sfida per il Terzo settore?”

La provocazione è stata lanciata dal vicepresidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato che in un saggio ha scritto: «È tempo che il Terzo settore la smetta di lamentarsi della mediocrità del ceto politico e dica “Tocca a noi”». Una riflessione rilanciata da “7-Corriere della sera e ripresa da Vita.it. Il prossimo 4 marzo con Amato ne dibatteranno, Dario Di Vico, Antonio Gaudioso, Claudia Fiaschi, Luigi Bobba, Elena Ostanel e Angelo Moretti

leggi l’articolo su Vita.it del 26 febbraio 2021

Giovedì 4 marzo 2021, ore 17:30-19 in diretta su Vita.it o su www.corriere.it

 

Luigi Bobba“La responsabilità politica. Una sfida per il Terzo settore?”
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Attanasio: «Ambasciatore di umanità»

«Lavoro nella cooperazione dal 2005», racconta Nicolò Carcano, Regional Manager di Avsi per la Repubblica Democratica del Congo e per il Sud Sudan, «ho conosciuto decine di ambasciatori, ma uno come Luca Attanasio non l’avevo mai incontrato. Una persona di una disponibilità rara, attento alle persone, di un’umanità straordinaria»

Luca Attanasio aveva 44 anni. Viveva nella Repubblica Democratica del Congo con la moglie e le loro tre bambine. L’incarico come ambasciatore era iniziato nel 2017. È stato ucciso, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci, mentre viaggiava da Goma a Rutshuru con un convoglio delle Nazioni Unite. L’attentato è avvenuto sulla sulla RN4. Si pensa ad un tentativo di rapimento. «Lavoro nella cooperazione dal 2005», racconta Nicolò Carcano, Regional Manager di Avsi per la Repubblica Democratica del Congo e per il Sud Sudan, «ho conosciuto decine di ambasciatori, ma uno come Luca Attanasio non l’avevo mai incontrato. Una persona di una disponibilità rara, attento alle persone. Nessun ambasciatore, tra quelli intercettati nel mio percorso lavorativo, mi ha mai dato il suo numero di telefono personale. Attanasio l’ha fatto e ha detto “Chiamami per qualsiasi cosa”. Immagino sia stato lo stesso anche per altri. Ci scrivevamo su whatsapp. Nell’aprile dello scorso anno, in piena pandemia, quando per motivi personali avevo urgenza di rientrare in Italia e tutti gli aeroporti erano chiusi, è stato lui che ha organizzato il mio volo di rientro».

leggi il resto dell’articolo di Anna Spera su Vita.it del 23 febbraio 2021

 

Luigi BobbaAttanasio: «Ambasciatore di umanità»
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La fraternità come principio di ordine sociale

Viviamo in un’epoca desertica del pensiero, che stenta a concepire la complessità della condizione umana. E’ un pensiero sbriciolato che fatica a vedere i rapporti fra le tante dimensioni della nostra crisi. Fraternità e amicizia sociale, al modo di vaccino sociale, ci indicano allora la via pervia di uscita dalla cupa situazione dell’esistente. In particolare la fraternità consente a persone che sono eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali di esprimere diversamente il loro piano di vita, o il loro carisma, cioè la loro singolarità…

leggi l’articolo di Stefano Zamagni su Bene Comune del 31 gennaio 2021

 

 

 

Luigi BobbaLa fraternità come principio di ordine sociale
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Vaccini e solidarietà. Il contributo del volontariato alla ripresa post-Covid

“Esperienze scientifiche e sociali in tutto il mondo dimostrano la necessità di muoversi nella direzione di un multilateralismo dei vaccini”: testimonianza a Interris.it sul valore sociale della condivisione in pandemia

“Il Terzo settore è stato il vero antidoto contro la disgregazione sociale dei nostri territori. La crisi oggi sta mettendo a dura prova migliaia di organizzazioni in tutto il Paese. Come anche evidenziato di recente da uno studio di Fondazione Cariplo e Istat. Sugli effetti della pandemia sulla sostenibilità degli enti di terzo settore”, spiega a Interris.it Luigi Bobba, esperto di Terzo settore, Presidente del “Comitato Global inclusione”, dell’osservatorio giuridico Terzjus e dell’ente per l’istruzione professionale Enaip.

Luigi BobbaVaccini e solidarietà. Il contributo del volontariato alla ripresa post-Covid
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