Da Lauricella a Bebe Vio, ecco chi sono gli influencer che raccontano la disabilità

“Negli Stati Uniti il 98% delle aziende pensa che l’inclusione sia importante, ma meno del 4% include la disabilità nei piani d’azione. Il monito è stato lanciato dall’ex CEO di Unilever Paul Polman, oggi impegnato nell’innovazione sociale, in una recente intervista al network americano CNBS. «Il tema della disabilità è troppo grande per essere affrontato soltanto da governi o enti di beneficenza. Abbiamo bisogno di un’alleanza più trasversale e inclusiva con i brand», ha dichiarato l’attivista irlandese Caroline Casey. Oggi sul Sole24Ore nella pagina #marketing insieme a Fabio Grattagliano racconto lo storytelling della disabilità per l’inclusione e contro l’abilismo con la classifica dei dieci testimonial più seguiti sui social realizzata dall’osservatorio Alkemy-Sole24Ore. intervista a Matteo Menin e Carlo Boccazzi Varato.” Giampaolo Colletti

leggi l’articolo di di Giampaolo Colletti e Fabio Grattagliano su Il Sole 24 Ore del 28 novembre 2020

 

 

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“Promuovere i beni comuni: verso l’amministrazione condivisa”, mercoledì 9 dicembre ore 18

PROMUOVERE I BENI COMUNI: VERSO L’AMMINISTRAZIONE CONDIVISA
Presentazione del 1° Quaderno di Terzjus:
I rapporti tra Amministrazioni pubbliche ed Enti del Terzo settore
MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE ORE 18
Luigi Bobba“Promuovere i beni comuni: verso l’amministrazione condivisa”, mercoledì 9 dicembre ore 18
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Il Papa ai giovani economisti di Assisi: «Terzo settore e filantropia possono essere palliativi»

Così Papa Francesco: “Sapete che urge una diversa narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che «l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista» e colpisce nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi. Non basta neppure puntare sulla ricerca di palliativi nel terzo settore o in modelli filantropici»

leggi su Vita.it del 21 novembre 2020 l’intervento del Papa con videomessaggio a conclusione di ‘The Economy of Francesco’ al Forum di Assisi

 

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VOTATE LA SFIDUCIA. Una lettera di sei ex sindaci di Cigliano in occasione del Consiglio comunale del 12 ottobre

Cari Consiglieri,

i sottoscritti, in quanto ex sindaci del Comune di Cigliano ( che hanno retto l’Amministrazione negli ultimi 40 anni) ritengono opportuno rivolgersi personalmente a ciascuno di voi in vista del Consiglio comunale del 12 novembre prossimo, che ha all’odg la discussione e il voto sulla mozione di sfiducia al Sindaco e alla Giunta presentata da cinque consiglieri di minoranza in data 13 ottobre.

Sappiamo che, come noi, avete a cuore il nostro paese, le nostre famiglie e i nostri bambini. Per questo vi chiediamo un supplemento di attenzione a queste nostre parole che hanno l’unico scopo di cercare di perseguire il bene comune di Cigliano.

Meno di un mese fa, si sono verificati due avvenimenti insoliti. Una richiesta di dimissioni del Sindaco Diego Marchetti e della Giunta espressa a gran voce da circa 250 cittadini riuniti nella piazza del Municipio; e poi, la sottoscrizione da parte circa 700 cittadini ciglianesi di un appello rivolto ai consiglieri comunali affinché presentassero, ai sensi dello Statuto del Comune, una mozione di sfiducia al Sindaco e alla sua Giunta.

Nei giorni successivi tre dei quattro componenti la Giunta – compresa la vicesindaco – lasciavano polemicamente l’incarico a loro affidato. Il Sindaco, con roboanti dichiarazioni ai giornali, annunciava che mai si sarebbe dimesso e procedeva alla nomina di tre nuovi assessori, scegliendo persone senza una pregressa esperienza amministrativa e perfino con un consenso popolare, espresso nelle preferenze ricevute nelle elezioni del maggio 2019, pari a poche decine di voti.

Questo diffuso malcontento si è originato per una generale incapacita’ amministrativa dimostrata da questa maggioranza (parco giochi, polivalente, cura della pulizia del paese, gestione della raccolta differenziata,strutture sportive),ma soprattutto, dalla mancata apertura della scuola dell’infanzia “Ortensia Marengo” che ha provocato la forte reazione di molti genitori, nonni e semplici cittadini. I fatti sono sotto gli occhi di tutti:

1. Il Sindaco, pur essendo a conoscenza fin dal suo insediamento, di alcune problematiche strutturali della Scuola dell’Infanzia, non procedeva nell’estate del 2019 ad alcun lavoro di sistemazione della stessa e nel settembre apriva regolarmente l’edificio dichiarando che non vi erano problematiche importanti per l’utilizzo della struttura.

2. Il 31 dicembre 2019, il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune affidava all’ing. Furno una perizia volta a verificare lo stato dell’immobile, senza pero’ inviare tutta la documentazione sull’edificio. In particolare risulta non fatta pervenire la variante  che prevedeva l’inserimento di micropali onde rafforzare la stabilita’ di una parte della struttura.

3. Dopo circa sette mesi, nel luglio 2020, arrivava la perizia dello stesso ing. Furno che individuava problematiche strutturali che rendevano sconsigliabile l’utilizzo dell’edificio e ne proponeva la dichiarazione di inagibilità, almeno fino a quando non fossero stati fatti gli interventi necessari alla messa in sicurezza.

4. Il Sindaco, con ordinanza urgente e contingibile, dichiarava inagibile la Ortensia Marengo e , contestualmente , chiedeva alla dirigente scolastica del Comprensivo don Evasio Ferraris di trovare altre soluzioni per i circa 70 bambini iscritti alla Scuola dell’Infanzia.

5. Mentre si lasciava correre irresponsabilmente la voce che il fabbricato della Ortensia Marengo fosse da abbattere, l’Amministrazione decideva di adottare una soluzione provvisoria, ristrutturando e adeguando il piano terreno della Scuola elementare al fine di poter ospitare i bambini della Infanzia.

6. Non risulta inoltre che il Comune si sia attivato per sfruttare tutti i possibili finanziamenti statali e regionali disponibili, anche a seguito delle problematiche Covid.

7. L’accesso a tali fondi, peraltro richiesti e utilizzati da diversi comuni del nostro territorio, avrebbe consentito di avere  risorse  per intervenire tempestivamente nella risistemazione della Scuola dell’Infanzia.

8. A tutt’oggi ,novembre 2020, – a due mesi dall’apertura dell’anno scolastico –  i lavori di adeguamento del  piano terreno della Scuola elementare non solo non sono stati effettuati, ma neppure affidati.

9. Sulla Scuola dell’infanzia Ortensia Marengo, è calato un completo silenzio: infatti, nonostante l’esito della perizia, l’Amministrazione comunale non ha, al momento, concretamente  attuato alcun intervento risolutivo in ordine alle carenze evidenziate nell’elaborato tecnico.

10. Tutto ciò ha provocato numerosi disagi alle famiglie con bimbi piccoli. Circa una trentina di questi sono stati iscritti nelle scuole dei paesi vicini e, per altrettanti invece, i genitori hanno dovuto trovare soluzioni alternative di tipo individuale.

11. La scelta di ristrutturare la scuola elementare appare costosa,inutile,tardiva, inadeguata sul piano organizzativo e inappropriata sul piano didattico.

12. Ci si domanda perché il Comune debba sprecare le risorse dei contribuenti ciglianesi facendo prima un intervento provvisorio sulla scuola elementare; poi, risistemando la Ortensia Marengo e infine riportando alla situazione pregressa la stessa scuola elementare. Uno spreco inaccettabile sul quale sarebbe utile interrogarsi che cosa ne potrebbe pensare la Corte dei Conti.

13. Ci si domanda anche perche’ il Sindaco non abbia mai interpellato il progettista e direttore dei lavori della Ortensia Marengo per accertarsi sia dell’iter dei lavori eseguiti che dello stato dell’edificio, per il quale, come  per ogni altro edificio pubblico, e’ richiesta sia una manutenzione ordinaria che, a volte ,straordinaria.

14. I disagi per le famiglie con bimbi piccoli potrebbero proiettarsi anche sul prossimo anno scolastico 2021/22. Infatti, le famiglie sono chiamate ad iscrivere i propri bimbi entro il 31 gennaio 2021 ed è facile prevedere che in quella data poco o nulla nella Scuola dell’Infanzia sarà stato fatto. E allora quale genitore iscriverà i propri figli alla Scuola dell’infanzia di Cigliano?

15. Non è difficile immaginare i danni che ciò ha provocato e che provochera’ all’intera comunità di Cigliano in termini di disservizi, maggiori costi e  perdita di almeno 10 posti di lavoro anche per il prossimo anno scolastico. A questi vanno aggiunti anche i danni di immagine per un Comune che,da molti anni, e’ stato un punto di riferimento e di attrazione per i paesi circostanti.

Ebbene, a fronte di questa situazione eclatante, e di molti altri motivi di malcontento oggi diffusi tra i ciglianesi, vi domandiamo se non sia necessario togliere la fiducia ad un Sindaco che ha dimostrato non solo di gestire la cosa pubblica in modo arrogante e poco trasparente, ma si è rivelato del tutto inadeguato ad affrontare i problemi della nostra comunità.

A ciò si aggiunga che, sempre nello stesso periodo, il Sindaco è stato raggiunto da due diversi avvisi di garanzia, l’uno relativo a comportamenti attinenti la gestione del Comune; l’altro, circa la sua attività professionale. Lungi da noi di voler fare processi in piazza, e ovviamente ci auguriamo che il Sindaco possa uscire a testa alta da queste problematiche; ma certo, questi due fatti hanno ulteriormente minato la credibilità del Sindaco sia come pubblico ufficiale che come privato cittadino.

In conclusione, crediamo che sia venuto il momento di porre fine a questa Amministrazione, cosicché nella prossima primavera, dopo un breve periodo commissariale, si possa restituire la parola agli elettori dando vita ad un confronto democratico tra le migliori energie del paese, in modo assicurare a Cigliano un’Amministrazione competente, capace di ascoltare i propri cittadini e preoccupata esclusivamente del futuro della nostra comunità.

E Cigliano, che ha dato i natali a Giovanni Bollea, autorevole e noto neuropsichiatra infantile, merita di riavere il piu’ presto possibile la sua Scuola per l’infanzia.

Regis Franco
Bigando Silvano
Scavarda Desiderio
Perinotti Franca
Corgnati Giovanni
Rigazio Anna

comunicato stampa lettera sei ex sindaci di Cigliano (1)

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La petizione. Lavoro, formazione, futuro: le richieste dei giovani italiani all’Europa

Decine di associazioni del terzo settore, della politica e del volontariato inviano una lettera ai parlamentari europei. Ecco cosa domandano.

leggi l’articolo di Avvenire del 13 novembre 2020

 

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Registro unico, senza il via libera della Ue sarà un’anatra zoppa

Finché non vi sarà l’autorizzazione della Commissione europea (rectius, dal periodo d’imposta successivo a quello in cui essa sarà rilasciata), mancherà uno specifico profilo fiscale degli Enti di Terzo settore. Fino ad allora solo ODV ed APS potranno avere concreto interesse ad iscriversi nel RUNTS (anche a seguito di trasmigrazione). Ad oggi però non risulta che il Governo abbia inviato la richiesta a Bruxelles

leggi l’articolo di Antonio Fici su Vita.it del 14 novembre 2020

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Decreto ristori e ristori bis: la scheda

Con Dl 137/2020 e 149/2020 il Governo interviene con nuove misure per sostenere i soggetti che hanno subito delle restrizioni a seguito degli ultimi Dpcm. Ma quali misure effettivamente riguardano il Terzo settore? Tutte le novità a partire dalla proroga del termine per l’adeguamento degli statuti che scadrà il prossimo 31 marzo 2021

leggi l’articolo di Gabriele Sepio su Vita.it del 14 novembre 2020

 

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Gualtieri: “Il Mes conviene. Se non lo prendiamo è perché il M5s non vuole”

Il ministro dell’Economia intervistato da Luciano Capone. “Il Mes è uno strumento utile, l’ho negoziato io e mi piace. Ha meno condizionalità del Recovery e si risparmia più che con lo Sure. Il motivo per cui non lo abbiamo attivato non è tecnico, ma politico”

E allora il Mes? “E allora il Mes pone problemi politici all’interno della maggioranza, nel senso che un partito è a favore e uno è contrario”. E’ un atto di sincerità estrema, quello che fa Roberto Gualtieri, il ministro dell’Economia che, durante l’intervista a Luciano Capone durante il Festival dell’Ottimismo, garantisce che il governo italiano non si limiterà a adoperare i soli grants del Recovery fund, ma “utilizzerà anche i prestiti, fino all’ultimo euro, per investimenti aggiuntivi e non solo sostitutivi”. Oltre ai prestiti Sure, già in parte arrivati. Ma allora perché non anche il Mes, visto che funziona esattamente secondo la stessa logica dei prestiti? “Io non sono certo tra quelli a cui non piace il Mes: l’ho negoziata io quella linea”, dice Gualtieri. “Per giunta, il Mes ha condizionalità addirittura inferiori a quelle del Recovery. E del resto pochi giorni fa al Tesoro è arrivato un bonifico da 10 miliardi da parte della Commissione europea. Si tratta della prima tranche dei fondi Sure, per la cassa integrazione attraverso cui risparmiamo 200 milioni di euro. Ecco, funzionano allo stesso modo del Mes, che per me resta uno strumento utile e conveniente, visto che è un prestito a tassi zero, inferiori a quelli che otteniamo sui mercati”. Con il Mes, inoltre, i risparmi sarebbero superiori ai prestiti Sure: circa 350 milioni all’anno per dieci anni.

leggi l’articolo de Il Foglio del 31 ottobre 2020

guarda il video dell’intervista

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Luigi Bobba: “Sussidiarietà, ora si può”

Due interventi – uno di tipo giurisprudenziale, l’altro di carattere normativo – hanno impresso una svolta importante circa l’interpretazione e l’applicazione degli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore (CTS). Una sentenza della Corte e un emendamento al decreto “Semplificazioni” rendono finalmente possibile una vera sussidiarietà. Ora la sfida è alla Pubblica amministrazione e al Terzo settore

leggi il mio articolo su Vita del 28 ottobre 2020

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Covid, Fosti: “il disagio cresce, ora più reti di sostegno”

Il presidente di Fondazione Cariplo, intervistato da Carlo Verdelli per L’Economia del Corriere della Sera, richiama la necessità di guardare avanti e costruire le misure del futuro.

“Il presente che stiamo vivendo fa paura. Ma credo che serva guardare avanti. Ci sarà un dopo, anche se adesso è difficile pensarlo, e bisogna cominciare a costruirlo. Governo e istituzioni prendano le decisioni necessarie e lavorino per rispondere all’enorme bisogno di fiducia delle nostre persone“.

A dirlo è Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo, in una intervista rilasciata a L’Economia del Corriere della Sera. Nel suo dialogo con Carlo Verdelli Fosti ha evidenziato come sia necessario un “vaccino sociale” per affrontare questo virus. In questo senso la Fondazione Cariplo si sta impegnando per moltiplicare le reti di sostegno.

leggi l’articolo di Secondo Welfare del 26 ottobre 2020

leggi l’intervista completa su L’Economia del Corriere della Sera del 25 ottobre 2020

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