leggi l’intervista de La Voce 07.05.2019 pagina 35
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Se mi aveste chiesto anche solo una settimana fa di una mia eventuale candidatura nel listino del Presidente Chiamparino, vi avrei risposto senza esitazione in modo negativo. Poi, nel volgere del fine settimana di Pasqua, per le vie non sempre prevedibili della politica, mi è stata chiesta la disponibilità a far parte del “listino del Presidente Chiamparino”.
Chiariamo subito di cosa si tratta. Alle prossime elezioni regionali, i cittadini eleggeranno 40 consiglieri nei rispettivi collegi provinciali esprimendo un voto per il partito prescelto, e se lo desiderano, indicando una preferenza per uno dei candidati del proprio collegio. Altri 10 consiglieri saranno attribuiti per legge al candidato Presidente che il 26 maggio avrà ottenuto il maggior numero di voti. Un premio di maggioranza che consente al vincitore di avere appunto una maggioranza stabile nel nuovo Consiglio regionale. Ecco, per volere di Chiamparino e del Partito Democratico piemontese sono stato inserito nel “listino del Presidente”. Gli elettori non dovranno scrivere il mio nome sulla scheda, ma semplicemente scegliere Chiamparino e il Partito Democratico.
Perché ho accettato questa proposta? Per tre semplici ragioni.
La prima: in Piemonte si gioca una sfida che riguarda tutto il Nord. Siamo l’unica regione del Nord ancora guidata dal centrosinistra. Tutte le altre hanno eletto presidenti leghisti. Il Piemonte, con la vittoria di Chiamparino, può essere un argine al dilagare del nazional-populismo. Con l’esperienza maturata, sia in campo sociale sia politico-parlamentare, voglio fare la mia parte per mettere un freno a questa deriva dannosa per tutto il Paese.
Seconda ragione: sono vercellese e come tale vorrei provare a dare un’opportunità di rappresentanza in Consiglio regionale ad una delle provincie “piccole” dell’Alto Piemonte. Con la presenza nel listino, se Chiamparino vincerà le elezioni, avrò la possibilità di continuare un lavoro di rappresentanza del mio territorio, cosa che ho sempre cercato di fare come parlamentare fino al 2018.
Infine, terza ragione: desidero dare il mio contributo perché il Piemonte possa diventare uno straordinario laboratorio di innovazione tecnologica e della conoscenza; riesca a dar vita a un’originale esperienza di welfare comunitario; e insieme essere un ponte che guarda senza paura all’Europa e al Mondo.
“Il Dio dei cristiani è amore perché è stato narrato da Gesù,
colui che ha vissuto l’amore più forte della morte”
Enzo Bianchi
Piero della Francesca, Resurrezione (1450-
Lo scorso 14 febbraio la proposta di delibera avente ad oggetto il conferimento della cittadinanza onoraria della Città di Vercelli a Piero Angela, che ho avuto l’onore di presentare, è stata approvata all’unanimità da tutti i 22 consiglieri presenti in aula, di maggioranza e minoranza.
Il centro di ricerca Tiresa del Politecnico di Milano partendo da un’inchiesta l’Espresso avvia un progetto di ricerca per sostenere la rinascita delle aree marginali d’Italia
L’ex sottosegretario e padre della riforma del Terzo settore replica all’ipotesi riproposta in queste settimane da più parti (dall’ex ministro della Difesa Roberta Pinotti alla leghista Erica Rivolta fino al giornalista Michele Serra) di rendere obbligatoria l’esperienza per i giovani: «Faccio tre proposte alternative: introdurre l’alternanza Scuola/Servizio civile, triplicare le risorse dell’istituto in modo da soddisfare tutte le domande e un Erasmus del servizio civile»
Bobba: «Servizio civile obbligatorio? No grazie» https://t.co/M5moKQA0ow di @VITAnonprofit @luigibobba
— riccardo bonacina (@rbonacina) April 1, 2019
Ieri mia madre voleva parlare di Quota 100. Ho provato a raccontargliela così.
leggi l’articolo di Tommaso Nannicini
Oggi il Senato approva in via definitiva il decretone con Quota 100. Ho provato a spiegarla così a mia madre: sarà che lei tende a darmi ragione un po’ troppo spesso, ma era indignata per una misura così miope e ingiusta https://t.co/XfPbBip6vW
— Tommaso Nannicini (@TNannicini) March 27, 2019
Potrà sopravvivere se saprà rilegittimarsi come nodo di relazioni dove la differenza — tra i generi e le generazioni — non si trasforma in disuguaglianza e dominio ma riesce a essere elaborata a vantaggio della libertà di tutti
leggi il commento di Mauro Magatti
La sfida della famiglia è il futuro, non il passato – La famiglia più bella dobbiamo ancora vederla https://t.co/auKSxkNRBq
— mauro magatti (@mauromagatti) March 25, 2019
Secondo il neo presidente del Pd, con il governo Conte la pressione fiscale è aumentata dello 0,4%
«Mi è stato chiesto da più versanti: per ora sto valutando la mia candidatura», si limita a dire, interpellato, Bobba.
Nella rosa di nomi che il Partito Democratico proporrà a Bruxelles per le prossime elezioni europee c’è anche quello dell’ex sottosegretario al Welfare Luigi Bobba. Ancora tutto è in via di definizione, compresa la disponibilità dell’ex presidente nazionale delle Acli a far parte della lista Dem insieme con gli uscenti Mercedes Bresso e Daniele Viotti, che venerdì sarà in tour elettorale a Vercelli e Trino.
«Mi è stato chiesto da più versanti: per ora sto valutando la mia candidatura», si limita a dire, interpellato, Bobba. Che nel novembre scorso aveva rinunciato a candidarsi alla segreteria regionale del Partito Democratico, fonte, a quanto pare, di divisioni all’interno di una sinistra già parecchio frammentata.
Sul fronte cittadino invece c’è da registrare la discesa in campo di Carlo Riva Vercellotti, che si propone come candidato in Consiglio comunale a sostegno dell’aspirante sindaco Andrea Corsaro. Dopo alcuni giorni di silenzio, Riva spiega i motivi per i quali ha rinunciato alla richiesta della coalizione di centrodestra di candidarsi a sindaco di Vercelli: «Mi è stato chiesto di pensarci – dice il presidente della Provincia -. Ho ascoltato tutti, ma credo non sia possibile fare il sindaco del capoluogo e al tempo stesso fare il presidente della Provincia, il vice presidente dell’Unione delle Province d’Italia, seguire i tanti compiti e ruoli ad essa collegati, fare il papà, il marito, portare avanti le imprese e gli interessi di famiglia. Non si può fare tutto e finire poi per farlo male».
Poi Riva prosegue: «Fare incetta di incarichi prestigiosi e totalizzanti sarebbe un gesto poco responsabile da parte mia, con il duplice risultato di fare male sia in Provincia sia in Comune, tradendo così la fiducia degli elettori. Non mi sottraggo alle responsabilità ed ai tanti segnali di stima nei miei confronti, ed è per questo che darò il mio contributo candidandomi in Consiglio comunale».
scarica l’articolo de La Stampa del 13.03.2019