Tasso di occupazione 15-24 anni. Francesco Seghezzi: “In Italia è fermo a uno spaventoso 18,1%, nel 2004 eravamo al 27%”

Migranti, gay, sicurezza, ma del problema chiave per il futuro del Paese non si parla. Tweet da Francesco Seghezzi (@francescoseghez)

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Quando Ursula von der Leyen venne in Italia dalla Fornero a spiegare l’apprendistato

Era il 2012, l’Italia era guidata dall’esecutivo Monti, e il nostro paese stava avviando una stagione di riforme, anche per rispondere alla famosa lettera della Bce di fine 2011 che chiedeva all’allora esecutivo un deciso cambio di passo sul fronte della politica economica. Tra gli interventi allo studio del governo Monti alcuni riguardavano il mercato del lavoro, da rendere meno rigido (Elsa Fornero nel 2012 fece un primo ammorbidimento dell’articolo 18, poi è arrivato il Jobs act con le tutele crescenti) e soprattutto per favorire i giovani, il cui tasso di disoccupazione alla fine di quell’anno sfiorava il 38 per cento (oggi, dopo sette anni, rimaniamo ancora sopra il 30 per cento).

leggi l’articolo del Sole 24 Ore

 

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Francesco Seghezzi: “Impressionante vedere come è cambiata la piramide demografica italiana in soli dieci anni”

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Garanzia Giovani: una fotografia in chiaro scuro a cinque anni dall’avvio

La misura sconta diversi limiti, soprattutto per l’assenza di una strategia più ampia per l’occupazione giovanile. E ora c’è da chiedersi quali connessioni potranno esserci col Reddito di cittadinanza.

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Del Conte: “Da Di Maio pressioni insostenibili. Anpal non è responsabile dei ritardi sul reddito”

L’ex presidente dell’Agenzia per il lavoro: “Con una lettera il ministro mi intimò di fare presto con l’assunzione di 6 mila navigator, ho risposto che serviva l’intesa con le Regioni”

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In Italia il mercato del lavoro è sempre più frammentato

A dirlo è il Rapporto Cnel sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva del 2018, analizzato dagli amici di Itinerari Previdenziali

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Tommaso Nannicini: “Se non fosse drammatico, sembrerebbe una barzelletta”

Eri disoccupato o cassintegrato, avevi diritto all’assegno di ricollocazione per trovare lavoro, ma governo te lo toglie (anche se l’avevi già). Però se poi diventi povero, ci sarà un precario che ti risolve tutto. Se non fosse drammatico, sembrerebbe una barzelletta

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Breve riflessione sul perché non funzionano le politiche attive basate sui sussidi

L’ex numero uno di Italia Lavoro analizza i contenuti del Decreto sul Reddito di cittadinanza e spiega perchè sarà un pasticcio

L’idea di proporvi questa riflessione mi è venuta stamattina nel piccolo bar di Trastevere, dove prendo il solito caffè, ascoltando alcune persone che si interrogavano sul come dovevano “comportarsi” per accedere ai 780 euro mensili del reddito di cittadinanza. Mi dicono che già i Centri per l’impiego e i Caf cominciano ad affollarsi di persone con le stesse domande ed anche pretese.
La disinformazione era palese ma l’atteggiamento di queste persone è del tutto coerente con le aspettative degli esponenti politici che sostengono questo provvedimento. E tutto questo la dice lunga riguardo i possibili effetti distorsivi dell’intervento in questione.

leggi l’articolo di Vita.it

 

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Il Papa: «Il lavoro conferisce la dignità all’uomo non il denaro»

Da Avvenire, 7 settembre 2018

Il solo perseguimento del profitto non garantisce più la vita dell’azienda: servono una formazione ai valori ed un’etica amica della persona. Così Francesco nell’intervista al “il Sole 24 ore”

“Nessuna attività procede casualmente o autonomamente. Dietro ogni attività c’è una persona umana. Essa può rimanere anonima, ma non esiste attività che non abbia origine dall’uomo. L’attuale centralità dell’attività finanziaria rispetto all’economia reale non è casuale: dietro a ciò c’è la scelta di qualcuno che pensa, sbagliando, che i soldi si fanno con i soldi. I soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro. E’ il lavoro che conferisce la dignità all’uomo non il denaro”.

Ne è convinto il Papa, nell’intervista pubblicata da “Il Sole 24 Ore”. “La disoccupazione che interessa diversi Paesi europei è la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro”. “La distribuzione e la partecipazione alla ricchezza prodotta, l’inserimento dell’azienda in un territorio, la responsabilità sociale, il welfare aziendale, la parità di trattamento salariale tra uomo e donna, la coniugazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita, il rispetto dell’ambiente, il riconoscimento dell’importanza dell’uomo rispetto alla macchina e il riconoscimento del giusto salario, la capacità di innovazione sono elementi importanti che tengono viva la dimensione comunitaria di un’azienda”, spiega Francesco.

“Il mondo economico, se non viene ridotto a pura questione tecnica, contiene non solo la conoscenza del come (rappresentato dalle competenze) ma anche del perché (rappresentata dai significati). Una sana economia pertanto non è mai slegata dal significato di ciò che si produce – aggiunge il Papa – e l’agire economico è sempre anche un fatto etico. Tenere unite azioni e responsabilità, giustizia e profitto, produzione di ricchezza e la sua ridistribuzione, operatività e rispetto dell’ambiente diventano elementi che nel tempo garantiscono la vita dell’azienda”.

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