“Promuovere i beni comuni: verso un’amministrazione condivisa”, Mercoledì 9 dicembre ore 18

Una nuova stagione per gli Enti del Terzo Settore, torna Terzjus con l’incontro: “Promuovere i beni comuni: verso un’amministrazione condivisa”, Mercoledì 9 dicembre alle ore 18.

Mercoledì 9 dicembre alle ore 18, Terzjus – l’Osservatorio giuridico del terzo settore – ritorna a pochi mesi dalla nascita con un incontro intitolato: “Promuovere i beni comuni:verso un’amministrazione condivisa”. E lo fa partendo  dalla presentazione del primo Quaderno dedicato a “I rapporti tra Amministrazioni pubbliche ed Enti del Terzo Settore”, a cura di Antonio Fici, Luciano Gallo e Fabio Giglioni – Editoriale Scientifica Napoli.

“Questo prima pubblicazione  – dichiara Luigi Bobba, Presidente di Terzjus-  raccoglie sia contributi presentati da accademici e professionisti nel seminario che l’ Osservatorio aveva realizzato l’11 giugno scorso, sia altri interventi redatti a seguito della importante sentenza 131/2020 della Corte costituzionale. Tale sentenza, relativa agli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore, potrebbe aprire una nuova stagione nei rapporti tra Amministrazioni pubbliche ed enti del Terzo settore”.

Alla presentazione da remoto del volume prenderanno parte Luca Antonini, giudice costituzionale ed estensore della citata sentenza, Ferruccio De Bortoli, Presidente di Vidas ed editorialista del Corriere della Sera, Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore, Valeria Negrini, Vicepresidente della Fondazione Cariplo e Giovanni Quaglia, Presidente della Fondazione CRT.

All’incontro, inoltre, non faranno mancare la loro voce anche autorevoli esponenti delle istituzioni come Alessandro Lombardi, Direttore Generale del Terzo Settore del Ministero del Lavoro, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia e responsabile Welfare e Terzo Settore dell’ANCI e Francesco Boccia, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. Saranno altresì presenti i tre curatori del Quaderno, Fici, Gallo e Giglioni.

“Il testo rappresenta – continua il Presidente Bobba – un utile strumento di riflessione in una stagione  che si spera sempre più contrassegnata dalla “comunione di scopo”  tra Amministrazioni pubbliche ed Enti del terzo settore. Un’architrave normativa sulla quale poggiare il riconoscimento degli Enti di terzo settore come attori importanti nella programmazione e progettazione di servizi e attività di interesse generale a favore dei cittadini e in particolare di quelli più vulnerabili. Ci attendiamo – conclude Bobba – un cambiamento vero e concreto a cui Terzjus contribuirà anche attraverso ulteriori attività come il seminario di alta formazione, previsto a marzo 2021, per mettere a confronto e far conoscere i modelli e le buone pratiche di “amministrazione condivisa” già presenti nel nostro Paese”.

Si può partecipare all’incontro collegandosi al link dedicato sul canale YouTube https://youtu.be/GkDOk5l9QpQ

Chi fosse interessato al testo lo può scaricare gratuitamente, mediante l’iscrizione alla newsletter al sito www.terzjus.it.

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Emergenza e territorio. Presentazione CITESEC – Sabato 28 novembre 2020

EMERGENZA E TERRITORIO IN PANDEMIA
PRESENTAZIONE CITESEC /// evento 0

sabato 28 novembre 2020 / h. 10.00 – 13.00
COLLEGAMENTO VIA MICROSOFT TEAMS https://bit.ly/35WYPdU

Saluti del Rettore
FRANCESCO ADORNATO

Introduce e coordina
NINFA CONTIGIANI
Coordinatrice CITESEC
Paradigmi di esclusione o inclusione sociale nelle pandemie

STANISLAO DI PIAZZA
Sottosegretario del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
A che punto è l’attuazione della Riforma del Terzo settore?

GIANLUCA BUSILACCHI
Università di Macerata
CITESEC
Esclusioni sociali e politiche di contrasto: cosa ci insegna l’emergenza Covid

ELEONORA CUTRINI
Università di Macerata
CITESEC
Resilienza territoriale. Verso nuovi modelli di sviluppo dopo la pandemia

MARCO LATRECCHINA
Emergency
Nessuno escluso

Comunicazioni

LUIGI BOBBA
Presidente Terzjus (Osservatorio del Terzo Settore, filantropia, impresa sociale)

CLAUDIO SOCCI
Presidente del Corso di laurea in Economia, ambiente e territorio Università di Macerata Dip.to di Economia e diritto

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Presentazione della realtà del Terzo settore locale e dei bisogni del territorio
ALFA
CSV
ANFFAS
LA GOCCIA

L’evento sarà riconosciuto con 1 CFU per gli studenti corsi L-39, LM-87, L-36, LM-62, L-18, L-33, LM-77.Per gli altri partecipanti il riconoscimento dovrà essere richiesto singolarmente ai rispettivi Consigli di corso che valuteranno.

INFO ninfa.contigiani@unimc.it

vedi anche Terzjus.it

Luigi BobbaEmergenza e territorio. Presentazione CITESEC – Sabato 28 novembre 2020
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Il Papa ai giovani economisti di Assisi: «Terzo settore e filantropia possono essere palliativi»

Così Papa Francesco: “Sapete che urge una diversa narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che «l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista» e colpisce nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi. Non basta neppure puntare sulla ricerca di palliativi nel terzo settore o in modelli filantropici»

leggi su Vita.it del 21 novembre 2020 l’intervento del Papa con videomessaggio a conclusione di ‘The Economy of Francesco’ al Forum di Assisi

 

Luigi BobbaIl Papa ai giovani economisti di Assisi: «Terzo settore e filantropia possono essere palliativi»
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Il virus come crash test del volontariato. Intervista al presidente dell’Osservatorio giuridico

Ex presidente delle Acli e sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, tra i più autorevoli esponenti del cattolicesimo sociale italiano, presiede l’Osservatorio giuridico sul volontariato. L’intervista a Interris.it sull’impatto del Covid nel terzo settore

“E’ importante unire tutti gli sforzi per sconfiggere il virus e salvare la vita di tante persone. Ma non si può coltivare l’illusione che tutto tornerà come prima”, afferma a Interris.it l’ex presidente delle Acli e sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba. Tra i più autorevoli esponenti del cattolicesimo sociale italiano, presiede l’Osservatorio giuridico sul volontariato.

leggi la mia intervista su Interris.it di giovedì 19 Novembre 2020

Luigi BobbaIl virus come crash test del volontariato. Intervista al presidente dell’Osservatorio giuridico
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Amministrazione condivisa quali opportunità per le associazioni

L’opinione
di Luigi Bobba
Dopo la sentenza 131/2020 della Corte Costituzionale non sarà più possibile sostenere che lo Stato sia l’unico titolare del bene comune. Già Ferruccio de Bortoli, il primo settembre su Buone Notizie, sosteneva che la «disattenzione al limite della sciatteria» nei confronti del Terzo settore, fosse il frutto di una visione ideologica incapace di riconoscere al privato-sociale quella funzione di «cuscino solidale a favore della parte più debole del Paese, degli invisibili e dei dimenticati». Ebbene, la sentenza della Corte si muove invece in tale direzione, affermando che l’art.55 del Codice del Terzo settore – che regola i rapporti tra Enti del Terzo settore e amministrazioni pubbliche – rappresenta una delle più significative attuazioni del principio di sussidiarietà orizzontale. Per tale principio, le diverse articolazioni dello Stato hanno il compito di «favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, nello svolgimento di attività di interesse generale, secondo il principio di sussidiarietà».

In sintesi, la Corte afferma che nel rapporto tra Ets e amministrazioni pubbliche, vi è una «comunione di scopo» che giustifica un trattamento specifico nei confronti degli Ets. Infatti, l’articolo 55 del Cts prefigura una convergenza di obiettivi tra privato sociale e Stato nel realizzare interventi diretti ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale. La Corte riconosce che in relazione ad attività a forte valenza sociale sia compatibile anche con il diritto dell’Unione europea, un modello organizzativo ispirato non al principio di concorrenza ma a quello di solidarietà. Dunque, la sentenza rappresenta una vera rivoluzione culturale sul tema della «amministrazione condivisa». Naturalmente questa particolarità è riservata esclusivamente agli Ets che, per struttura, scopo e funzionamento, potranno iscriversi al Registro unico del Terzo settore. Si aggiunga che nel settembre scorso, nel Decreto Semplificazioni è stata introdotta una norma del tutto coerente con la sentenza della Corte. Ovvero che, quando un’amministrazione pubblica vuole realizzare un servizio o un’attività di interesse generale, deve avvalersi prioritariamente degli articoli 55 e 56 del Cts e non del Codice degli appalti, assumendo il ruolo di «partner di progetto» secondo i principi di co-programmazione e co-progettazione. Insomma, per gli Ets si tratta di passare dal ruolo di semplice fornitore a partner dello Stato nella realizzazione e cura di beni comuni. A tal proposito giova richiamare i contributi raccolti nel primo Quaderno di Terzjus – Osservatorio giuridico del Terzo settore ( scaricabile da sito www.terzjus.it). Uno strumento utile per passare dalla norma alla prassi, al fine di contrastare quella «miopia suicida» – evocata da de Bortoli – che impedisce di riconoscere al Terzo settore un ruolo essenziale sia nel rilancio economico che nella coesione sociale del Paese.

Presidente di Terzjus

Corriere Buone Notizie del 11 novembre 2020

 

Luigi BobbaAmministrazione condivisa quali opportunità per le associazioni
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La petizione. Lavoro, formazione, futuro: le richieste dei giovani italiani all’Europa

Decine di associazioni del terzo settore, della politica e del volontariato inviano una lettera ai parlamentari europei. Ecco cosa domandano.

leggi l’articolo di Avvenire del 13 novembre 2020

 

Luigi BobbaLa petizione. Lavoro, formazione, futuro: le richieste dei giovani italiani all’Europa
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Registro unico, senza il via libera della Ue sarà un’anatra zoppa

Finché non vi sarà l’autorizzazione della Commissione europea (rectius, dal periodo d’imposta successivo a quello in cui essa sarà rilasciata), mancherà uno specifico profilo fiscale degli Enti di Terzo settore. Fino ad allora solo ODV ed APS potranno avere concreto interesse ad iscriversi nel RUNTS (anche a seguito di trasmigrazione). Ad oggi però non risulta che il Governo abbia inviato la richiesta a Bruxelles

leggi l’articolo di Antonio Fici su Vita.it del 14 novembre 2020

Luigi BobbaRegistro unico, senza il via libera della Ue sarà un’anatra zoppa
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Decreto ristori e ristori bis: la scheda

Con Dl 137/2020 e 149/2020 il Governo interviene con nuove misure per sostenere i soggetti che hanno subito delle restrizioni a seguito degli ultimi Dpcm. Ma quali misure effettivamente riguardano il Terzo settore? Tutte le novità a partire dalla proroga del termine per l’adeguamento degli statuti che scadrà il prossimo 31 marzo 2021

leggi l’articolo di Gabriele Sepio su Vita.it del 14 novembre 2020

 

Luigi BobbaDecreto ristori e ristori bis: la scheda
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Luigi Bobba: “A tre anni dalla riforma del Terzo settore: cosa resta da fare”

Il Codice del terzo settore (CTS) è una casa aperta o una prigione? La domanda provocatoria che è stata posta in un recente convegno promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza e dalla Scuola di scienze sociali dell’Università di Genova, consente di provare a trarre un primo bilancio – a tre anni dalla sua promulgazione – della riforma del Terzo settore e in particolare del provvedimento più corposo: il CTS. La risposta – per chi come me ha contribuito a delineare l’impianto della legge prima, e poi i diversi decreti legislativi – potrebbe anche apparire scontata. Ma, ugualmente, se si propende per il CTS come casa aperta, occorre motivare tale affermazione. Con una premessa: con  la riforma, e in particolare con il CTS, si intendeva perseguire un duplice obiettivo. Dare ordine e certezza ad un mondo regolato da una legislazione frastagliata e contraddittoria; e introdurre un complesso di norme di carattere promozionale in modo da, non solo riconoscere, ma altresì favorire i soggetti di Terzo settore in quanto attori essenziali sia nel rafforzamento della coesione sociale che in uno sviluppo più inclusivo del Paese. 

Ora, è sotto gli occhi di tutti che in questi tre anni l’applicazione della riforma è stata troppo lenta e discontinua. Ugualmente, vi sono alcuni indicatori che, pur in questo quadro pieno di luci e ombre, ci trasmettono segnali positivi. Primo: i focus annuali che l’ISTAT realizza su un campione molto consistente delle Istituzioni non profit (INP), ci dicono che il numero dei cittadini impegnati in attività civiche o di volontariato è cresciuto; e, ancor di più, sono aumentate le organizzazioni che hanno superato quota 360.000. Poi, l’incremento dei contribuenti  che utilizzano la facoltà di destinare il 5 per 1000 ad uno degli Enti del terzo settore (ETS): nelle dichiarazioni dei redditi effettuate nel 2019, dopo alcuni anni di stasi, la curva è cresciuta di circa il 3%. Ancora, dalle rilevazioni di Unioncamere, nell’apposita sezione del Registro delle imprese, le imprese sociali costituite in forma diversa da quella cooperativa, sono passate da circa 900 alla fine del 2016 a più di 1500 a fine 2019: e ciò nonostante non siano ancora in vigore le norme fiscali di favore contenute nel dlgs 112/2017. Infine, dopo tre anni in cui il numero dei ragazzi in Servizio civile era andato decrescendo, qualche settimana fa, il Governo ha deciso di incrementare nella legge di bilancio l’apposito fondo di 200 milioni, in modo da realizzare almeno in parte l’obiettivo del dlgs 40/2017: il servizio civile universale. Ho voluto evidenziare questi segnali, seppur ancora deboli e incerti, per non assecondare la vulgata che guarda alla riforma solamente come ad  un appesantimento burocratico, specie per le piccole e medie organizzazioni; bensì, come ad un’occasione per crescere, cambiare e affrontare nuove sfide.

In particolare ora che è stato varato il Registro unico degli Enti di Terzo settore (RUNTS), abbiamo uno strumento essenziale per dare ordine e certezza a tutto questo mondo, alle istituzioni che lo debbono favorire e sostenere, ai volontari e ai donatori che decidono di mettere a disposizione tempo, capacita e risorse finanziare per delle attività di interesse generale volte a realizzare le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che caratterizzano gli ETS. Trasparenza, controllo e rendicontabilità sono l’altra faccia della medaglia di un trattamento fiscale più favorevole, dell’accesso al 5 per 1000 per tutti gli ETS iscritti al RUNTS, dell’utilizzo di fondi destinati a sostenere progetti innovativi. 

L’altro passaggio importante è avvenuto con la sentenza della Corte Costituzionale n.231 del giugno scorso. Un sentenza che legittima gli istituti della “amministrazione condivisa” individuati negli art.55 e 56 del CTS, come strumenti applicativi della sussidiarietà orizzontale. è come se la Corte avesse confermato che lo Stato non è più il solo titolare del bene comune, ma può avvalersi di “partner di progetto” per dare risposta ai molteplici bisogni emergenti. La sentenza orienta  le Amministrazioni a dar vita a forme di coprogrammazione e coprogettazione in particolare nella fornitura di servizi sociali, invece che rifugiarsi nel Codice degli appalti, privilegiando con gli ETS la via della collaborazione anziché della competizione. 

In questo come in altri articoli del CTS, è possibile rintracciare non solo un intento regolatorio da parte del legislatore ;ma una genuina spinta promozionale volta a favorire sia nuove forme di collaborazione con le Amministrazioni pubbliche ma anche a non ostacolare processi di contaminazione con le imprese profit. Il trattamento fiscale maggiormente vantaggioso per le donazioni, l’incremento del fondo per il 5 per 1000; l’introduzione – in analogia con “l’art bonus”- del “social bonus”; l’individuazione di forme di risparmio fiscalmente vantaggiose se orientate a investimenti degli ETS, altro non sono che strumenti promozionali per orientare le imprese  profit ad esercitare in forma sostanziale la loro responsabilità sociale. In conclusione cosa resta fare? Certamente procedere con passo più spedito nella emanazione  dei provvedimenti amministrativi ancora mancanti. Ma, in via prioritaria, mettere a mano a due azioni che potrebbero rivelarsi decisive per una piena ed efficace applicazione della riforma. In primo luogo, in occasione della legge di bilancio, si provveda a delineare un ristretto ma qualificato pacchetto di norme, per superare alcune contraddizioni o carenze che sono emerse strada facendo, specialmente in campo fiscale. In secondo luogo, analogamente a quanto ha deciso la Commissione Europea, si dia vita ad un Action plan for Social Economy, in modo da fornire il nostro originale contributo in sede europea ; ma altresì orientare con precise priorità l’utilizzo delle diverse risorse, anche straordinarie, che la UE ha messo a disposizione in questi mesi e per i prossimi sette anni. Il cantiere Terzo settore è in pieno fermento: le numerose difficolta non scoraggino un lavoro aperto al futuro.

Luigi BobbaLuigi Bobba: “A tre anni dalla riforma del Terzo settore: cosa resta da fare”
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Luigi Bobba: “Sussidiarietà, ora si può”

Due interventi – uno di tipo giurisprudenziale, l’altro di carattere normativo – hanno impresso una svolta importante circa l’interpretazione e l’applicazione degli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore (CTS). Una sentenza della Corte e un emendamento al decreto “Semplificazioni” rendono finalmente possibile una vera sussidiarietà. Ora la sfida è alla Pubblica amministrazione e al Terzo settore

leggi il mio articolo su Vita del 28 ottobre 2020

Luigi BobbaLuigi Bobba: “Sussidiarietà, ora si può”
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