Non c’era occasione di incontro per le vie del paese o al termine di qualche riunione, dove Franco non estraesse, dal suo repertorio quasi infinito, una delle tante barzellette che conosceva, suscitando un sorriso o una risata ai suoi interlocutori. Sì, voglio ricordarlo innanzitutto in questo tratto di simpatia umana e di capacità di portare una ventata di buon umore nei momenti più diversi della vita di una comunità. La comunità, naturalmente, è quella di Cigliano a cui ha voluto bene e che ha servito in diversi modi: come consigliere comunale e come Sindaco; con l’impegno nelle associazioni di volontariato, l’Avis e il gruppo di Protezione civile; nella comunità cristiana attraverso il Consiglio Pastorale e l’animazione dei Centri di ascolto del Vangelo. Una dedizione a tutto campo che ha segnato le diverse stagioni della sua vita. Non era certo un uomo accomodante e cercava di affermare con decisione le sue idee. Come Sindaco, ha dimostrato prima di tutto rispetto per le istituzioni e tenacia nel portare a compimento le scelte che riteneva giuste per la sua comunità. Non ha certo mai avuto paura di difendere e affermare in pubblico le sue convinzioni, anche scontrandosi polemicamente ma sempre nel rispetto dell’interlocutore o avversario politico. Anche recentemente, in alcune iniziative pubbliche, aveva parlato chiaro richiamando tutti a cercare il bene della comunità e in particolare dei bambini che ne rappresentano il futuro. Questo affetto per i più piccoli lo aveva riversato non solo sui suoi figli ma anche in modo speciale sui suoi nipoti e questo tratto di tenerezza di nonno aveva addolcito alcuni tratti un po’ ruvidi del suo carattere. Cigliano perde una figura rilevante, ma valga per lui l’antico detto che “nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta”.
Luigi Bobba
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