Già da qualche anno che in Italia sono sorti movimenti e associazioni che spingono per il rilancio dei «territori dimenticati» perché rimasti fuori dalle direttrici di sviluppo
I flussi agostani degli italiani in vacanza stanno premiando zone del Paese che tradizionalmente restavano fuori dal giro. E questa novità, dovuta all’impossibilità di viaggiare all’estero, finisce per cumularsi ai casi di «fuga dalle città», resi plausibili dal massiccio ricorso al lavoro da remoto da parte delle aziende private e della pubblica amministrazione. Si tratta allora di fare di necessità virtù: trasformare queste delocalizzazioni implicite in un’occasione di «scoperta» delle aree interne.
leggi l’editoriale di Dario Di Vico sul Corriere della Sera del 9 agosto 2020
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