Questa volta la Commissione Europea non è rimasta intrappolata nelle sue burocrazie. La richiesta del Governo Gentiloni (febbraio 2018) – supportata da altri sette Paesi – di introdurre la clausola di salvaguardia sulle importazioni di riso a dazio zero da Cambogia e Myammar/Birmania, è stata accolta.
In meno di un anno, la Commissione Europea ha avviato un’indagine che ha portato a verificare un aumento anomalo di importazioni da questi paesi, in volumi tali da danneggiare seriamente i risicoltori europei e in particolare quelli italiani che da soli producono circa il 50% del riso europeo.
“Una vittoria importante perché consente di evitare un vero e proprio dumping sul riso italiano, mettendo fortemente in difficoltà le nostre aziende vercellesi – dichiara Luigi Bobba, già Sottosegretario al Lavoro.
La spinta dell’Ente Risi, delle organizzazioni agricole e dei risicoltori vercellesi – insieme all’azione di Governo e della UE – ha portato in meno di un anno, a conseguire questo importante risultato”.
“Le nostre aziende e le nostre istituzioni – continua Bobba – possono ora concentrare la loro attenzione sulla sfida della qualità e della tipicità del nostro prodotto. E le azioni intraprese dall’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, anche con il lancio del marchio “Piemondina”, si muovono proprio in questa direzione.
Ora – conclude Bobba – bisogna arrivare all’etichettatura europea sul paese di origine in modo da salvaguardare la tipicità del riso delle nostre terre, l’unicità del paesaggio delle risaie, tutelare adeguatamente i consumatori e promuovere la gastronomia piemontese”.
Le nostre #aziende e #istituzioni si possono ora concentrare sulla sfida della #qualità e della #tipicità del nostro riso. E le azioni intraprese in @regionepiemonte da @GiorgioFerrero2 anche con il marchio #Piemondina, si muovono in questa direzionehttps://t.co/45xw98VQwG
— Luigi Bobba (@LuigiBobba) January 18, 2019
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