Dopo lo “stallo” con i governi che hanno preceduto l’esecutivo Draghi
Parla Bobba artefice del nuovo strumento normativo
E’ possibile, a più di quattro anni dal varo della riforma del Terzo settore, fare un bilancio dell’efficacia e dello stato di applicazione delle norme da essa introdotte? Abbiamo girato la domanda a Luigi Bobba, considerato il “padre” della riforma e ora presidente di Terzjus, l’osservatorio giuridico sul Terzo settore.
«La risposta non è semplice – premette e Bobba – in primo luogo perché, trattandosi di una riforma di sistema, i risultati si possono valutare su un tempo certamente non breve. Ma forse il motivo più rilevante sta nel fatto che tre diversi cambi di governo, dal 2018 a oggi, hanno decisamente rallentato il percorso attuativo della riforma. E in particolare, i due governi gialloverde e giallorosso avevano dato scarso impulso ai provvedimenti attuativi necessari a concretizzare le scelte operate dal parlamento e dal governo nel 2017. Ora, con il governo Draghi e il ministro del lavoro Andrea Orlando, il cammino della riforma, pur ancora con ritardi e incertezze, si è rimesso in moto».
Quali sono dunque gli elementi positivi e quelli problematici che ci indicano lo stato di salute della riforma?
«Innanzitutto, proprio in quei mesi, ha preso avvio il Registro unico degli enti di Terzo settore (Runts). Uno strumento cardine per avere nalmente un quadro amministrativo chiaro e aggiornato degli Enti di terzo settore (ETS). Il Registro unico, infatti , sostituirà gli attuali vecchi e diversificati registri, diventando il punto di riferimento essenziale per le amministrazioni pubbliche e la porta di accesso per gli ETS alle diverse opportunità e facilitazioni che la riforma ha previsto. In queste se mane è in corso una rilevante operazione di “trasmigrazione” delle Organizzazioni di volontariato (Odv) e delle Associazioni di promozione sociale (Aps) dai pregressi registri regionali al Runts. Entro la fine di febbraio questo passaggio dovrà essere concluso. Si tratta di più di 90mila organizzazioni, che diventeranno ETS. A ora, sono circa 47.500 gli enti già trasmigrati (il 54% di quelli iscritti nei precedenti registri) e sono oltre 3.000 le richieste di nuovi soggetti, mai iscritti a precedenti registri, che vogliono entrare nel Runts. Non sarà obbligatorio per le diverse realtà associave iscriversi a tale registro, ma la mancata adesione non consentirà alle stesse di accedere ai bandi effettuati dalla Regione per nuovi progetti, di essere beneficiari del 5 per 1.000, di consentire ai cittadini che effettueranno donazioni a questi enti di avere una significativa detrazione scale, di ottenere in comodato gratuito strutture e immobili dalle amministrazioni pubbliche. (continua)
leggi l’intervista di Luca Sogno a Luigi Bobba su Corriere Eusebiano del 12 febbraio 2022 pag. 8
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