Quale futuro per le donazioni

Gli italiani non sono mai stati così generosi come nell’anno della pandemia. E il 65% di loro ha visto nel Terzo settore il soggetto che maggiormente si è speso per il bene del Paese. Eppure il grosso delle donazioni è andato a enti pubblici, ossia Protezione Civile e ospedali. Ecco il 6° Italy Giving Report di Vita

Come per tutte le emergenza e insieme come mai nessun’altra emergenza prima, il Covid-19 ha segnato il 2020 in maniera indelebile anche nel campo delle donazioni. In Italia e nel mondo le donazioni hanno toccato cifre mai raggiunte, anche per effetto della incomparabile portata emozionale di qualcosa che ci riguarda tutti, che non ha confini geografici, che si distende nel tempo e che ha letteralmente monopolizzato da mesi ogni spazio comunicativo e informativo. Nel mondo le donazioni filantropiche per l’emergenza Covid-19 mappate da Candid.org (a cui vanno aggiunte infinite donazioni individuali piccole e/o anonime) ammontano a 20,6 miliardi di dollari contro i 13 del terremoto ad Haiti del 2010, mentre in Italia le donazioni alla Protezione Civile, solo per fare une esempio, valgono cinque volte tanto quelle del terremoto del 2016 (più di 181 milioni di euro contro i quasi 35 di allora). Il recente Non Profit Philantropy Social Good Covid-19 Report di Italia Non Profit dà conto di 975 iniziative attivate dalla filantropia per far fronte al Coronavirus, per un valore complessivo di 785,55 milioni di euro, mentre le statistiche sui donatori individuali (dati dell’indagine tracking Covid di Doxa condotta nella primavera 2020) raccontano di 13/15 milioni di italiani che tra marzo e aprile hanno fatto una donazione con causale emergenza Covid.

Leggi l’articolo di Sara De Carli su Vita.it del 07 gennaio 2021

Luigi BobbaQuale futuro per le donazioni

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