Bando Periferie: scontro tra Anci e Governo

Da “Corriere Eusebiano”
Sul “Bando Periferie” si scatena la “guerra” tra i Comuni e il governo con riflessi significativi anche sul dibattito politico locale. La vicenda è nota: il bando periferie è il provvedimento con il quale il precedente governo aveva stanziato 1,6 miliardi di euro per la riqualificazione delle aree periferiche e degradate delle città. Il decreto “Milleproroghe” recentemente ratificato dal parlamento di fatto cancella il bando posticipandolo al 2020: difficile immaginare cosa ne sarà concretamente dello stanziamento. Di certo i porgetti e, in alcuni casi, i cantieri pronti a partire dovranno subire uno stop.

L’Anci, l’associazione che rappresenta tutti i Comuni italiani, non l’ha presa ovviamente bene: la delegazione, composta dal presidente Antonio Decaro (Pd) e dai vicepresidenti Filippo Nogarin (M5S) e Roberto Pella (FI), ha abbandonato i lavori della conferenza unificata e annunciato che le relazioni istituzionali con il governo sono interrotte. «Non abbiamo trovato riscontro all’impegno che aveva preso con noi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul bando periferie nell’incontro dell’11 settembre. Siamo costretti a interrompere le relazioni istituzionali, nostro malgrado. Torneremo a quei tavoli solo quando il percorso per restituire ai sindaci il miliardo e seicento milioni sottratti, si vorrà avviare davvero».

Come detto il “congelamento” del Bando Periferie ha riflessi pesanti anche in sede locale: il capoluogo Vercelli aveva ottenuto uno stanziamento di 7,5 milioni e approntato progetti per circa 25 milioni di euro. Tanto era bastato all’ex sottosegretario Luigi Bobba e al segretario provinciale Pd Michele Gaietta, per diramare un comunicato stampa dai toni molto aspri: «Con il decreto Milleproroghe – approvato dal Parlamento nello scorso fine settimana – il governo sta togliendo risorse strategiche ai Comuni. Per Vercelli si tratta di un notevole danno (circa 7,5 milioni di euro) che mette a rischio gran parte degli interventi di riqualificazione delle periferie cittadine (tra cui l’ex area Montefibre, cavalcavia Belvedere e magazzini Isola). Un progetto finanziato con risorse fornite dallo Stato, dal Comune di Vercelli e dai privati coinvolti per un importo complessivo di circa 25 milioni di euro».

Alle dichiarazioni di Bobba e Gaietta (ma prima della presa di posizione “bipartisan” di Anci) era stato il parlamentare valsesiano della Lega, Paolo Tiramani, a replicare parlando di «un pasticcio combinato proprio dal suo Pd, che aveva promesso agli enti locali soldi pur sapendo di non poterli spendere. E questo l’ex sottosegretario lo sa benissimo visto che la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il comma della Legge finanziaria del 2016 che prevedeva fondi per la seconda parte dei comuni finanziati (sentenza n. 74 del 2018). Quello del Pd era solo uno spot elettorale rifilato agli enti locali – Vercelli compresa – nella speranza di rastrellare qualche voto. Per rimediare a questa presa in giro e sulla base della sentenza della Corte Costituzionale, sono stati liberati 2 miliardi di euro (prima bloccati dal Pd con l’assurda austerity imposta dalla Legge di bilancio) con un emendamento al Decreto Milleproroghe votato all’unanimità: quindi – udite udite – anche dallo stesso Pd per salvare evidentemente la faccia. Grazie a noi, tornerà ad esserci possibilità di spesa per tutti i comuni che hanno saputo ben amministrare, non solo per quelli del bando, i quali comunque avranno coperture per i primi impegni presi e anche per altre opere. Allo stesso tempo si tiene viva la graduatoria del bando periferie spostandone il finanziamento al 2020, per trovare risorse reali e spendibili e non inesistenti, con cui realizzarlo legalmente. Ma questo Bobba lo ignora».

La controreplica di Bobba non si è fatta attendere: «Se avesse ragione l’on. Tiramani, non si capirebbe perché l’Anci – che rappresenta la stragrande maggioranza dei Comuni italiani – abbia rotto i rapporti con il Governo in Conferenza Unificata proprio sul Piano Periferie. Su questa questione. Il governo ha detto una montagna di bugie. I fondi sono assicurati da due leggi della Repubblica. I progetti sono stati selezionati in base ad una graduatoria e lo Stato ha stipulato con tutti gli Enti locali una convenzione che ha validità giuridica a tutti gli effetti. L’on. Tiramani confonde le pere con le mele, la cassa con la competenza. I fondi del Piano Periferie sono dello Stato e vengono dati ai Comuni. I fondi degli avanzi di amministrazione (quelli oggetto della sentenza della Corte Costituzionale) sono dei Comuni; quindi con questa operazione, di fatto, lo Stato sottrae risorse ai Comuni: a quello di Vercelli 7.5 milioni di euro. L’operazione è finalizzata a portare in disponibilità di cassa risorse per coprire, nella legge di bilancio 2019, i costi relativi alle tante e onerose promesse elettorali di Lega e 5 Stelle. L’unica verità è questa. Con buona pace delle artificiose giustificazioni dell’On. Tiramani».

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Borghi: “Bando Periferie, i patti tra istituzioni si rispettano.”

Comunicato Stampa
“I patti tra istituzioni si rispettano, e la maggioranza sta commettendo un grave atto apprestandosi a convertire in legge un decreto che azzera il finanziamento del bando periferie del 2017. Ieri i sindaci italiani lo hanno detto chiaramente in audizione, e a nulla valgono le balbettanti giustificazioni dei leghisti. Abbiamo depositato un emendamento soppressivo del provvedimento di taglio dei finanziamenti, tutte le forze politiche lo votino perchè i territori non hanno colore”.
Così Enrico Borghi, segretario d’aula del Pd a Montecitorio e deputato dell’Alto Piemonte, interviene sul dibattito in corso sul taglio del “Decreto Periferie”, lanciando un appello alla maggioranza.
“Nelle prossime ore inizieremo i voti in commissione -osserva l’on. Borghi- e l’Anci ieri ha detto con chiarezza che ci sono moltissimi comuni (Verbania ad esempio è tra questi) che hanno già appaltato le opere, iniziato le procedure, aperto i cantieri. Una legge che tagliasse questi fondi farebbe venir meno la certezza del diritto e il principio di continuità della pubblica amministrazione,e aprirebbe la stura a una sequela di ricorsi e di provvedimenti di danno erariale per il quale inevitabilmente lo Stato verrebbe alla fine condannato ai risarcimenti, con grave danno nel frattempo di imprese, economie di territorio e immagine delle istituzioni”.
“Per rimanere all’alto Piemonte -prosegue Borghi- stiamo parlando di stanziamenti di 27 milioni di euro che, grazie all’azione di cofinanziamento dei Comuni che hanno attivato su queste opere contributi di altri enti quali municipalizzate, RFI o altri soggetti, movimentano investimenti per quasi 50 milioni di euro. Cosa diciamo a imprese, progettisti, cittadini, sindaci? Che lo Stato ha scherzato e adesso loro devono arrangiarsi? E per le opere -come Verbania- dove i lavori sono già in corso, chi paga gli stati di avanzamento lavori?”.
“Va anche smentita -conclude Borghi- una malevola interpretazione che la Lega fa circolare, per giustificare questo scippo: non è vero che il decreto viene fatto perché il provvedimento del 2017 andava sanato sotto il profilo costituzionale. I rilievi di costituzionalità non riguardano la copertura finanziaria, quanto un aspetto meramente formale che è sanabilissimo -come ha proposto l’Anci- prevedendo il coinvolgimento delle Regioni in seno alla Conferenza Unificata. Per un pretesto simile, si vogliono davvero bloccare opere per quasi 3 miliardi di euro? La maggioranza ci ripensi, e così come sta facendo in queste ore sui vaccini torni sui propri passi e aderisca alla richiesta del Pd e di tutte le opposizioni di stralciare il taglio del bando periferie dal Milleproroghe”.
Roma, 5 settembre 2018

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