«Lavoro nella cooperazione dal 2005», racconta Nicolò Carcano, Regional Manager di Avsi per la Repubblica Democratica del Congo e per il Sud Sudan, «ho conosciuto decine di ambasciatori, ma uno come Luca Attanasio non l’avevo mai incontrato. Una persona di una disponibilità rara, attento alle persone, di un’umanità straordinaria»
Luca Attanasio aveva 44 anni. Viveva nella Repubblica Democratica del Congo con la moglie e le loro tre bambine. L’incarico come ambasciatore era iniziato nel 2017. È stato ucciso, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci, mentre viaggiava da Goma a Rutshuru con un convoglio delle Nazioni Unite. L’attentato è avvenuto sulla sulla RN4. Si pensa ad un tentativo di rapimento. «Lavoro nella cooperazione dal 2005», racconta Nicolò Carcano, Regional Manager di Avsi per la Repubblica Democratica del Congo e per il Sud Sudan, «ho conosciuto decine di ambasciatori, ma uno come Luca Attanasio non l’avevo mai incontrato. Una persona di una disponibilità rara, attento alle persone. Nessun ambasciatore, tra quelli intercettati nel mio percorso lavorativo, mi ha mai dato il suo numero di telefono personale. Attanasio l’ha fatto e ha detto “Chiamami per qualsiasi cosa”. Immagino sia stato lo stesso anche per altri. Ci scrivevamo su whatsapp. Nell’aprile dello scorso anno, in piena pandemia, quando per motivi personali avevo urgenza di rientrare in Italia e tutti gli aeroporti erano chiusi, è stato lui che ha organizzato il mio volo di rientro».
leggi il resto dell’articolo di Anna Spera su Vita.it del 23 febbraio 2021
Attanasio: «Ambasciatore di umanità» https://t.co/fC2Rsq7b8q via @VITAnonprofit @marialauraconte @FondazioneAVSI
— riccardo bonacina (@rbonacina) February 23, 2021