Quando la Chiesa italiana ebbe il coraggio di osare

Dal 30 ottobre al 4 novembre 1976 si è tenuto a Roma il primo grande Convegno nazionale della Chiesa italiana, sul tema «Evangelizzazione e promozione umana». Lo scopo di quel «convenire» era di verificare in che misura il Concilio Vaticano II, a 10 anni dalla conclusione, fosse stato recepito nel nostro Paese. Recentemente p. Bartolomeo Sorge, ex direttore de La Civiltà Cattolica, che fu anche vicepresidente di quell’evento, ha pubblicato su queste pagine, in forma di testimonianza, alcune sue considerazioni su quei momenti, sul perché la svolta iniziata dal Convegno del 1976 fu presto interrotta, e sul motivo per cui quello che Francesco ha definito un «probabile Sinodo» della Chiesa italiana dovrà, in ogni caso, rifarsi a quella prima forte esperienza.

Il rilievo di quello speciale momento ecclesiale ci ha spinto ad approfondire questa traccia, per una memoria che guarda al futuro, intervistando Giuseppe De Rita, il fondatore e presidente del Censis. De Rita è stato un altro dei protagonisti di quell’evento, avendo partecipato intensamente anche alla sua preparazione.

leggi l’intervista di Antonio Spadaio a Giuseppe De Rita su La Civiltà Cattolica del 19 Settembre 2020

Luigi BobbaQuando la Chiesa italiana ebbe il coraggio di osare
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Con VITA e Corriere della Sera un “5 per mille ad alto impatto”

«Ci sono quasi 16,5 milioni di italiani che scelgono di avvalersi del 5 per 1000, ovvero più della metà dei contribuenti italiani che presentano una dichiarazione dei redditi con una tassazione positiva. È da loro che bisogna ripartire se non vogliamo – come ha scritto De Rita – arrenderci allo statalismo dell’emergenza. La coincidenza tra la prossima campagna fiscale e la Fase 2 della crisi epidemica, ci offre l’occasione per ripensare e rafforzare questo originale strumento di sussidiarietà fiscale – nato nel 2006 -, che viene utilizzato da un numero di contribuenti quasi pari a quelli optano per l’8 per 1000 per le diverse confessioni religiose e cinque volte superiore a coloro che si avvalgono del 2 per 1000 destinato ai partiti politici. Il successo di questa misura evidenzia quanto gli italiani apprezzino il lavoro di tante associazioni, fondazioni e organizzazioni di volontariato che promuovono la ricerca scientifica per combattere malattie mortali, che operano in luoghi di conflitto e di miseria, che si impegnano per la cura e l’educazione dei bambini e dei ragazzi specialmente nei paesi del Sud del mondo, che sono vicine agli anziani e alle persone disabili e che proteggono e curano il nostro ambiente e i nostri beni culturali». A scriverlo nell’editoriale che apre il fascicolo di 24 pagine in allegato al Corriere della Sera di oggi e al numero di Vita magazine di giugno è Luigi Bobba, già sottosegretario al Welfare e presidente di Terzjus, Osservatorio di diritto del Terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale.

leggi l’articolo su Vita.it del 5 giugno 2020

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De Rita: «Non arrendiamoci allo statalismo dell’emergenza»

Il fondatore del Censis è uno dei contributors del numero del magazine di maggio che da oggi distribuiamo gratuitamente on line con il titolo “Aprite gli occhi”, rivolto a un Governo che sino ad ora ha dimenticato il Terzo settore. Come se ci potesse essere ripresa economica, senza tenuta sociale. Una miopia che il Paese rischia di pagare a caro prezzo

leggi l’articolo di Giuseppe De Rita su Vita.it

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