Luigi Bobba: aderisco al manifesto “SIAMO EUROPEI”

Mi convince la proposta formulata dall’ex Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, insieme ad altri, di un Manifesto – SIAMO EUROPEI – come base comune per costituire una lista unica delle forze politiche e civiche europeiste per le prossime elezioni europee” – dichiara l’ex Sottosegretario al Ministero del Lavoro Luigi Bobba.

“L’appuntamento elettorale del prossimo 26 maggio – continua Bobba – sarà decisivo per capire se ci si vuole incamminare verso gli Stati Uniti d’Europa, oppure cancellare giorno per giorno – come stanno facendo le forze sovraniste e populiste – la paziente costruzione di uno spazio comune di libertà, democrazia e benessere”.

“Non sono certo tra coloro che vogliono conservare l’Europa così com’è e che non ne vedono i limiti e i tanti errori di questi anni – conclude Bobba -, ora è tempo di cambiare strada per fare dell’Europa di domani il soggetto politico e istituzionale protagonista di uno sviluppo innovativo, inclusivo e sostenibile. Investire sulla scuola, sul lavoro, sulla ricerca, sull’ambiente e sul welfare è l’unico modo per guardare l’Europa con gli occhi di coloro che oggi hanno 20 anni e per la prima volta  parteciperanno all’elezione del Parlamento europeo.”

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Povertà, 25 miliardi all’anno vanno nelle tasche sbagliate

Cinque milioni di poveri in Italia non si possono ignorare, ed è giusto dare loro un assegno di sussistenza. Ma i soldi vanno spesi bene perché a pagare l’Irpef sono sempre i soliti 41 milioni di italiani. E anche tra loro non tutti se la passano benissimo.

leggi l’articolo di Milena Gabanelli e Rita Querzè

 

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La reputazione dell’Italia e lo «spread civico»

Cittadini non si nasce, si diventa.Tuttavia, alimentare un sentimento civico è difficile

Lo spread è diventato uno degli indicatori più usati per valutare lo stato di salute dell’economia italiana. Lo stesso ministro dell’Economia esprime preoccupazione per il livello che ha raggiunto. Le pagine dei giornali sono piene di commenti che ne registrano ogni variazione negativa. Ma perché invece sono così poche le voci che si levano per far presente il rischio che stiamo correndo in termini di «spread civico»?

leggi l’articolo di Enzo Manes sul Corriere della Sera

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