La mia intervista (al minuto 5) con Chiara Placenti a Buongiorno inBlu2000 08:30 del 01/07/2021
Presente anche il vercellese Gianfranco Astori, Consigliere per l’informazione del Presidente.
Si è svolto ieri, 1° luglio, l’incontro tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e una delegazione di Terzjus, formata dal Presidente, Luigi Bobba, il Segretario Generale, Gabriele Sepio, e il Direttore Scientifico, Antonio Fici, per presentare e consegnare il primo Terzjus Report sulla Riforma del Terzo Settore, che stamani è oggetto di un seminario presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica.
“Siamo onorati – commenta Luigi Bobba – di avere avuto la possibilità di incontrare il Presidente Mattarella e di potergli presentare il rapporto “Riforma in movimento”, redatto in occasione del primo compleanno di Terzjus. Con il Presidente abbiamo sottolineato la novità della nuova legislazione, che si è proposta di dare un vestito unitario al mondo del Terzo Settore. Ma non bastano nuove norme per conseguire l’obiettivo di valorizzare quell’”Italia che ricuce”, è necessario infatti camminare tutti nella stessa direzione, solo così il Terzo Settore potrà veramente diventare struttura portante dell’intero Paese. Dai risultati del rapporto – conclude il Presidente Bobba – viene un invito forte alle istituzioni preposte all’attuazione della riforma, non solo ad accelerare il passo, ma anche ad accompagnare con adeguate risorse questo importante cambiamento.”
COMUNICATO STAMPA
Luigi Bobba: Terzjus Report 2021 “Riforma in movimento” sarà consegnato il 1° luglio al Presidente della Repubblica e presentato, il 2 luglio, al convegno in Senato con Andrea Orlando e Nicolas Schmit
Terzjus festeggia il suo primo compleanno con l’avvio di una collana di Report – annuali sull’Italia e biennali con un profilo europeo – il 2 luglio alle ore 11, in diretta dalla Sala Capitolare del Senato della Repubblica, con la presentazione al pubblico del Terzjus Report 2021 “Riforma in movimento”.
L’evento, che si potrà seguire in diretta sulla web tv del Senato della Repubblica e sui canali YouTube del Senato e di Terzjus, ha ottenuto anche il contributo del Commissario Europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione, Nicolas Schmit, che verrà trasmesso all’inizio del convegno. “L’economia sociale – afferma il Commissario Schmit – può svolgere un ruolo chiave nello sforzo della ricostruzione delle nostre economie e società post pandemia che ci trova tutti impegnati a livello nazionale e europeo. Pertanto, il rapporto di Terzjus è particolarmente pertinente in quanto coglie le attuali sfide delle organizzazioni dell’economia sociale.”
Terzjus Report 2021, che si compone di cinque sezioni e racchiude i contributi di accademici, esperti e professionisti del settore, rappresenta sia un utile strumento per analizzare, anche in chiave propositiva, l’evoluzione della legislazione sia un “manuale d’istruzioni” per informare, guidare e supportare tutte le organizzazioni a navigare il nuovo diritto del Terzo settore. Contiene inoltre la survey digitale messa in opera insieme ad Italia non profit, ed è realizzato con il supporto di Fondazione Cariplo, Fondazione Unipolis e dell’Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte, con il contributo di Cattolica Assicurazioni per la pubblicazione a cura dell’Editoriale Scientifica di Napoli.
Si parte perciò anche e soprattutto dal basso, dalle sollecitazioni dei soci che hanno dato vita a Terzjus, dalle difficoltà concrete che tutti i giorni gli operatori e dirigenti del Terzo Settore affrontano, dai progetti delle tante realtà associative cooperative e di volontariato, dai cittadini beneficiari, facendo squadra con il Comitato scientifico di Terzjus, guidato da Antonio Fici e un network di accademici e professionisti giuridici, finanziari, economiche sociali per monitorare l’attuazione della riforma più importante del Terzo Settore e formulare proposte e suggerimenti.
Una costante metodologica del Presidente di Terzjus, Luigi Bobba, che ha usato la medesima modalità da promotore della stessa Riforma del Terzo settore, – come Sottosegretario al Ministero del Lavoro nella precedente legislatura – e da poco nominato membro del Comitato Nazionale del Terzo Settore. “Siamo orgogliosi di celebrare questo compleanno così importante – dichiara Luigi Bobba – non solo dando vita al 1° Terzjus Report, ma soprattutto avendo la possibilità di consegnarlo al Presidente della Repubblica il 1° luglio, condividendo con lui le sfide che dal nostro Osservatorio abbiamo colto e provato ad affrontare. Un segnale, quello del Presidente Mattarella, di costante attenzione al riconoscimento e alla promozione del Terzo settore, oggi più che mai “struttura portante” dell’intero Paese.
Il Terzjus Report 2021 potrà essere scaricato gratuitamente dal sito www.terzjus.it a partire dal 2 luglio.
Link per seguire l’evento:
https://www.youtube.com/user/
https://www.youtube.com/
https://webtv.senato.it
A conclusione di questo primo anno di vita di Terzjus – Osservatorio giuridico del terzo settore, ho il piacere di invitarvi alla presentazione del Terzjus Report 2021, il primo rapporto sullo stato e l’evoluzione della legislazione sul terzo settore in Italia.
Luigi Bobba
Presidente Terzjus
RIFORMA IN MOVIMENTO
PRESENTAZIONE DEL TERZJUS REPORT 2021
Venedì 2 luglio ore 11
Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva
Piazza della Minerva, 38 – Roma
Introduce
Luigi Bobba, Presidente di Terzjus
Saluti istituzionali
Anna Rossomando,Vicepresidente del Senato
Nicolas Schmit, Commissario Europeo per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Integrazione
Presentazione
1° Rapporto sullo stato e le prospettive della legislazione sul Terzo Settore in Italia
Antonio Fici, Direttore scientifico di Terzjus
Dialoghi sul Terzo Settore che verrà
Moderano Luigi Bobba e Sara Vinciguerra
“Non solo freddi numeri, ma una Riforma in movimento”
Stefano Arduini,Direttore di “Vita”
Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Terzo Settore
“Gli innovatori non aspettano”
Elisabetta Soglio, Responsabile di “Corriere Buone Notizie”
Stefania Mancini,Presidente di Assifero
“Verso un’amministrazione condivisa”
Gabriele Sepio, Segretario Generale di Terzjus
Giuliano Amato, Vicepresidente della Corte Costituzionale
Maria Carla De Cesari, Caporedattore “Norme e Tributi” – Il Sole 24 Ore
“Guardando al 2022: un necessario cambio di passo”
Luigi Bobba, Presidente di Terzjus
Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Massimo Calvi, Caporedattore di “Avvenire”
Link per seguire l’evento:
sul canale YouTube del Senato Italiano
https://www.youtube.com/user/SenatoItaliano
sul canale YouTube di Terzjus
https://www.youtube.com/channel/UC30WOLTsOvgnOCelO-GGI9A
sulla web tv del Senato Italiano
https://webtv.senato.it
I giornalisti devono accreditarsi scrivendo a: vinciguerra@terzjus.it
Sabato 19 giugno parteciperò a questa bella iniziativa di formazione promossa dalle Pro Loco piemontesi. Sono una realtà presente nelle nostre comunità (in più di 1000 comuni della nostra Regione) e mobilitano migliaia di volontari.
Luigi Bobba
“Riforma del Terzo settore e misure promozionali per le Pro Loco” webinar
Sabato 19 giugno ore 15-17
Diretta dal Castello di Buronzo Via Castello, 10 – 13040 Buronzo VC
Live streaming sulla pagina Facebook www.facebook.com/prolocopiemonte
Terzo settore, il primo rapporto di Terzjus
La via per non sprecare una riforma
di Luigi Bobba, Corriere Buone Notizie, martedì 15 giugno 2021
Gli enti sportivi dilettantistici si trovano oggi tra le due “grandi” riforme, quella del terzo settore e quella dello sport. Tra le più di 360.000 istituzioni non profit censite dall’Istat, circa 90.000 sono associazioni o società sportive dilettantistiche. Per questo è necessario capire più a fondo le conseguenze della riforma dello sport ed eliminare la dove sono i conflitti con la riforma del terzo settore. Un seminario di lavoro il prossimo 18 giugno
La riforma dello sport, recentemente varata, è ancora in gran parte inefficace. Già ne è prevista la “correzione” successivamente alla sua entrata in vigore. Tale correzione dovrà però essere sostanziale per consentire agli enti sportivi dilettantisti di poter assumere anche la qualifica di enti del terzo settore, in continuità con il passato.
Il convegno promosso da Terzjus in collaborazione con Vita e il Coordinamento degli Enti di promozione sportiva del Coni, si propone pertanto di analizzare sotto diversi profili la situazione degli enti sportivi dilettantistici tra le due “grandi” riforme, quella del terzo settore e quella dello sport, al fine di individuare novità, incongruenze, modifiche necessarie ad armonizzare le due discipline per consentire l’armonico sviluppo degli enti sportivi dilettantistici, e favorirne l’approdo verso il terzo settore riformato.
Così il presidente di Terzjus, Luigi Bobba, spiega le finalità del seminario online: «Mentre la riforma del Terzo settore prendeva faticosamente il via, il Governo Conte II ( e poi nell’atto finale il Governo Draghi) elaboravano ed emanavano una riforma dello sport che presenta non pochi intrecci, rinvii e ricadute in particolare con il dlgs 117/2017, meglio noto come Codice del Terzo settore. Innanzitutto per i numeri che sono in gioco. Tra le più di 360.000 istituzioni non profit censite dall’Istat, circa 90.000 sono associazioni o società sportive dilettantistiche. Di queste 90.000 organizzazioni, si stima che più della metà possano essere qualificate come Enti del terzo settore reali o potenziali, ovvero abbiano i requisiti o per trasmigrare nel nuovo Registro unico del terzo settore o possano chiedere di iscriversi onde potersi avvalere dei vantaggi previsti dal Codice del Terzo settore. Già solo questo dato rivela come le due riforme non possano procedere su binari paralleli, ma abbiano bisogno di un’armonizzazione che purtroppo non è stata prevista al momento del varo della riforma dello sport”.
Il seminario si propone quindi l’obiettivo non solo di esaminare in profondità i diversi aspetti della riforma dello sport, ma altresì di individuare i necessari correttivi affinché vengano non si creino artificiose separazioni tra le Associazioni Sportive Dilettantistiche e gli altri enti del terzo settore e che consentano alle stesse di potersi iscrivere al nuovo Registro unico del terzo settore.
leggi l’articolo su Vita.ta
⚠️🗓#SaveTheDate #18giugno
Gli enti sportivi dilettantistici tra due riforme. Un seminario per capire e correggere https://t.co/BAtOdz4aA1
Gli enti sportivi dilettantistici si trovano oggi tra due “grandi” riforme, quella del terzo settore e quella dello sport. Come orientarsi?— VITA.it (@VITAnonprofit) June 8, 2021
Comunicato Stampa
LUIGI BOBBA NOMINATO NEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL TERZO SETTORE
“Sono grato al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per avermi nominato quale esperto di comprovata esperienza nel Consiglio nazionale del Terzo settore”.
Il Consiglio nazionale del Terzo settore è un organismo previsto dalla riforma del Terzo settore dove siedono i rappresentanti di associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato, società di mutuo soccorso, cooperative sociali ovvero gli enti che entreranno nel nuovo Registro unico nazionale del Terzo settore. Oltre ai più importanti organismi rappresentativi e alle reti associative presenti a livello nazionale, compongono l’organismo anche esponenti delle Regioni e dei Comuni, nonché cinque esperti nominati direttamente dal Ministro del Lavoro tra persone di comprovata esperienza in materia di Terzo settore. Il Consiglio si affianca al Ministro, che lo presiede, esprimendo pareri non vincolanti su atti regolamentari, decreti e altri atti amministrativi di competenza del Ministero. In sostanza è la voce del mondo delle associazioni che fa sentire le istanze e gli orientamenti alla istituzione – il Ministero del Lavoro – a cui la riforma ha attribuito compiti importanti e decisivi nello sviluppo, promozione e controllo degli enti di Terzo settore”.
“Ho assicurato al Ministro – continua Bobba – che metterò a disposizione del Consiglio la competenza maturata, prima nel mondo associativo e poi come parlamentare e Sottosegretario di governo con delega proprio al Terzo settore, in modo da contribuire, insieme a tutti gli altri componenti, alla piena ed efficace attuazione della riforma”.
di Luigi Bobba, Presidente di Terzjus, e Maurizio Drezzadore
Nati nel 2010 con l’obiettivo di far sorgere una filiera formativa a carattere terziario ispirata al modello delle Fachhochschulen tedesche e delle Scuole Universitarie Professionali svizzere, i percorsi ITS (Istituti Tecnici Superiori) sono stati regolamentati con durata biennale e triennale, con l’obbligo di prevedere almeno il 30% delle ore in stage aziendale e almeno il 50% delle ore assegnate a docenti provenienti dal mondo del lavoro. È stata questa la risposta del sistema di istruzione, fortemente voluta da Confindustria, alla fase di straordinari mutamenti tecnologici che stanno modificando strutturalmente il sistema socioeconomico italiano.
Con un alto tasso di occupazione – attorno all’80% – con capacità di cogliere le tendenze al cambiamento dei processi economici e con una significativa flessibilità, i percorsi di ITS hanno conosciuto una forte legittimazione ed un esteso riconoscimento. Ben presto tuttavia si è dovuto cominciare a fare i conti con alcuni limiti strutturali. In primis, il modesto numero di giovani coinvolti nell’offerta formativa, risultanti 13.381 nel maggio del 2019 (ultimo rapporto disponibile del Miur); dato che evidenzia ben tre criticità: la scarsità di risorse impiegate, la complessità del sistema organizzativo (strutturato in fondazioni con non pochi problemi di patrimonializzazione, di governance ed elevati costi di gestione) e l’irrisolta competitività con la laurea breve, titolo che mantiene una forte attrattività vista l’analoga durata dei percorsi formativi. Ulteriore criticità riguarda i percorsi finanziati che nel 2019 sono stati 139, incardinati in 73 fondazioni, ciascuna con un proprio consiglio d’amministrazione. Visto che non si arriva mediamente a due percorsi per fondazione, si tratta di una macchina con tanti piloti (quante sono le componenti di gestione previste dalla legge: Università, Istituti superiori, Centri di formazione professionali, imprese), con tanti costi, ma con ben poca benzina per correre. Va altresì ridimensionato il dato circa il successo nell’inserimento lavorativo, poiché oltre il 60% dei contratti di lavoro stipulati al termine dei percorsi è costituito da tempi determinati o da lavoro autonomo in regime agevolato.
Nonostante la spinta esercitata dagli Enti di Formazione Professionale per consentire l’accesso agli ITS dei propri iscritti, solo il 9% proviene dal sistema della IeFP, ovvero di giovani che hanno conseguito il diploma quadriennale, più il quinto anno. Né sembra facile immaginare che venga accolta la proposta degli stessi Enti di Formazione Professionale, rivolta a consentire l’accesso agli ITS con il semplice diploma professionale quadriennale, visto che gli ITS si configurano come formazione terziaria, con ammissione tramite la maturità quinquennale. Si deve ulteriormente aggiungere che gli esiti valutativi sull’intera offerta formativa degli ITS, evidenziano come solo il 53% dei percorsi supera la sufficienza e il 24% viene classificato con una valutazione problematica o critica. Se al proprio nascere questa offerta formativa rappresentava una assoluta novità, oggi ci troviamo di fronte ad una molteplicità di proposte. La vera svolta infatti si è avuta alla fine del 2015, con l’introduzione nel nostro ordinamento del sistema di formazione duale; tale novità ha sottratto agli ITS il primato di essere l’unico percorso di istruzione con apprendimento on the job.
Oggi, disponendo delle risorse del programma Next Generation Eu, dobbiamo scegliere come allocarle e ancor di più come riorganizzare i sistemi formativi. La proposta, che qui sinteticamente viene esposta, mira a qualificare la formazione dei giovani avvicinandoli, sempre di più, a competenze innovative sia nell’ambito digitale sia nelle filiere dello sviluppo sostenibile, ma anche alla presa in carico di una parte della vasta platea dei NEET e al contrasto alla disoccupazione adulta attraverso la riqualificazione delle figure professionali obsolete.
Innanzitutto, va ripristinato un monte ore adeguato di apprendimento in contesto di impresa attraverso l’alternanza scuola-lavoro negli istituti secondari; va inoltre rafforzato, sia per la IeFP che per gli Istituti Tecnici e Professionali, il ricorso all’apprendistato di primo livello. Per l’apprendistato formativo, nella versione del PNRR di fine febbraio, venivano stanziate risorse per 600 milioni con un sostanziale raddoppio del numero dei giovani coinvolti nei percorsi duali e l’avvio di ulteriori 11.000 contratti di apprendistato formativo.
Relativamente agli ITS ed IFTS, sempre nel PNRR, vengono allocati circa 1,5 miliardi con i quali si possono sia aumentare consistentemente i percorsi ITS sia allargare gli interventi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, completando così la verticalizzazione della filiera della IeFP con il quinto anno e offrendo nuove opportunità di inserimento lavorativo ai NEET. In entrambi i casi è utile ricorrere all’apprendistato formativo.
Infine, relativamente agli interventi di reskilling, con la legge 34 del 2020 è stato creato il Fondo nuove competenze con una dotazione di 730 milioni, che potranno essere ulteriormente aumentati di 1 miliardo per effetto del PNRR. Si tratta di interventi di riqualificazione di lavoratori occupati a sostegno dei processi di innovazione delle aziende in uscita dalla crisi pandemica. La misura finanzia all’impresa, attraverso un programma dell’ANPAL, il costo del lavoratore per l’intero monte ore di formazione.
La presa in carico da parte del PNRR di queste proposte rappresenterebbe non solo un efficace intervento a sostegno della ripresa, ma significherebbe anche dare un nuovo e più efficiente assetto all’insieme dei sistemi formativi, superando gli storici ritardi di cui soffre il nostro Paese e avviando la costruzione di solidi processi di integrazione tra le politiche attive del lavoro, i servizi di collocamento e gli interventi di formazione.
Alla fine dello scorso anno, il vice presidente della Corte Costituzionale ed ex premier, Giuliano Amato aveva lanciato il tema in un saggio sulla rivista della Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilum” , in breve, lo aveva riproposto su 7 il settimanale del Corriere della sera in un dialogo con Dario Di Vico. E poi la discussione, sul ruolo del Terzo settore in politica, era andata in onda in un webinar promosso da Vita e Corriere della sera con Elena Ostanel, Consigliera regionale del movimento civico Il Veneto che vogliamo, Angelo Moretti, presidente della Rete di Economia civile “Consorzio Sale della Terra”, Luigi Bobba, presidente di Terzjus, Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva e Claudia Fiaschi portavoce del Forum del Terzo settore (lo trovate qui).
Ora il presidente Amato lo rilancia con l’editoriale del numero di maggio della nostra rivista che qui vi riproponiamo. (leggi l’articolo di Giuliano Amato su Vita.it dell’11 maggio 2021)