La Riforma del Terzo Settore. L’innovazione digitale in campo

Il settore è stato riformato nel 2017, ma ora si tirano le fila. Anche con il digitale.

Il Terzo Settore in Italia è un complesso molto importante e ampio di enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Si contano nel nostro Paese circa 360.000 enti. Il settore è stato riformato nel 2017, ma ora si tirano le fila. Anche con il digitale.

Il “Terzo Settore” presuppone che ve ne siano altri due prima. Infatti il primo è costituito dal Mercato e il secondo dallo Stato. Il Terzo Settore è una vasta area di iniziative di sostegno alle situazioni di necessità, è costituito da un insieme di organizzazioni, si stima ad oggi circa 360mila. Ve ne sono di formali, dotate di uno statuto che ne regola il modus operandi, di private che agiscono con maggiore autonomia, no-profit, aconfessionali, apolitiche, ma anche confessionali e schierate politicamente. Queste organizzazioni, tutte, operano con un fine unico, il bene della comunità intesa come concetto ampio e inclusivo. Ma è un settore deregolamentato. Fino al 2017, anno in cui si è concretizzata la riforma che ha riconosciuto e attribuito al settore la doverosa dignità legislativa.

leggi l’articolo su Fisco e Tasse del 13 settembre 2021

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Cambia il 5 per mille: diventa più veloce e anche un po’ più ricco

5 per mille, le novità nella dichiarazione dei redditi

Cambia e migliora il 5 per mille, ovvero la facoltà che il contribuente italiano ha di destinare una quota delle proprie tasse (il 5 per mille, appunto) a opere di particolare rilievo sociale: dalla ricerca sanitaria ai comuni, dalle organizzazioni umanitarie a quelle per la tutela ambientale e paesaggistica.
Le novità introdotte riguardano l’ampliamento della platea dei soggetti ammessi al contributo, l’innalzamento della soglia minima erogabile a ciascun ente, l’obbligatorietà della rendicontazione delle attività realizzate, la riduzione a un anno dei tempi di assegnazione delle risorse, tutte introdotte dal Dpcm del 23 luglio 2020 in materia di 5 per mille, interventi che vanno incontro alle richieste espresse da tempo dal mondo del Terzo Settore.

 

leggi il servizio su Corriere Econiomia del 13 giugno 2021

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In Aula lunedì il testo che cancella l’aumento dell’Ires sul Terzo settore

Arriverà in Aula del Senato lunedì 28 alle 10 il ddl di conversione del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione (A.S. n. 989). È lì che ci sarà la tanto attesa cancellazione dell’aumento dell’Ires al non profit.

Le Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici, in sede referente, hanno concluso l’esame del ddl di conversione del “decreto-legge Semplificazioni”, modificandolo. Ecco il testo dell’emendamento approvato

leggi l’articolo di Vita.it

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Aumento delle tasse per le associazioni di volontariato e del terzo settore: un provvedimento ingiusto che grava su chi si impegna per il bene degli altri

Spieghiamolo bene: gli enti del terzo settore (ad esempio quelli che organizzano i volontari delle ambulanze e dei servizi di assistenza agli anziani) per legge sono tenuti a re-investire tutti gli utili che producono in nuovi mezzi, strumenti e altri investimenti e iniziative che possono servire a migliorare e allargare i servizi resi alla collettività.

Con il raddoppio della tassazione (dal 12% al 24%) quasi un quarto di questi utili saranno spesi in tasse invece che in ambulanze, deambulatori, mense per i poveri, formazione.

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Oleggio Grande si è dimostrata, dalla sua fondazione, molto sensibile alle tematiche del volontariato e del Terzo Settore. Al Terzo Settore, alle organizzazioni oleggesi di volontariato, abbiamo dedicato nel mese di settembre la prima uscita pubblica della nostra associazione, portando a Oleggio alcuni tra i massimi esperti nazionali e locali di questo comparto.

Come tutti abbiamo appreso in questi giorni che, tra i provvedimenti governativi approvati con la manovra di bilancio 2019, è previsto il raddoppio della tassazione (IRES) sugli enti del Terzo Settore.

Spieghiamolo bene: gli enti del terzo settore (ad esempio quelli che organizzano i volontari delle ambulanze e dei servizi di assistenza agli anziani) per legge sono tenuti a re-investire tutti gli utili che producono in nuovi mezzi, strumenti e altri investimenti e iniziative che possono servire a migliorare e allargare i servizi resi alla collettività.

Con il raddoppio della tassazione (dal 12% al 24%) quasi un quarto di questi utili saranno spesi in tasse invece che in ambulanze, deambulatori, mense per i poveri, formazione.

La nostra posizione al riguardo è netta: non pensiamo che sia una buona idea togliere soldi agli enti del Terzo Settore, che li spendono a favore delle persone in condizioni di bisogno (direttamente, immediatamente e senza burocrazia) per darli al bilancio di uno stato che in campo assistenziale (così come e in taluni altri campi) non sempre ha dimostrato di saper investire altrettanto efficacemente.

Per buona creanza, ma non senza una punta di indignazione, ci fermiamo qui con i nostri commenti.

Ma non possiamo fare a meno di riportare quelli di chi al Terzo Settore ha dedicato impegno e lavoro. Luigi Bobba, uno dei padri della riforma del Terzo Settore, già Presidente delle ACLI e nostro ospite-relatore al convegno oleggese di settembre, ha twittato così:

“(…) adesso colpiscono il volontariato che ogni giorno sta accanto ai poveri, ai malati, agli esclusi. Dicevano di abolire la povertà, invece cancellano i poveri”.

E così ha commentato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore:

“(…) Assurdo che debba essere proprio il Terzo Settore a pagare l’accordo con L’Europa. Un prezzo alto: da una prima stima, solo per il primo anno il volontariato italiano andrà a versare 118 milioni di Euro.”

Al proposito, e a conferma della nostra impressione, ci spiace ricordare che al nostro affollato convegno oleggese sulla riforma del Terzo Settore avevamo invitato anche il sottosegretario oleggese allo sviluppo economico; che non ha risposto al nostro invito, neanche con le rituali scuse per non poter partecipare. Ora, noi siamo piccola cosa e anche poco rilevante (e inoltre siamo sempre disponibili con le associazioni oleggesi a riprendere il filo di un dialogo costruttivo con il sottosegretario) , ma un po’ più di sensibilità nei confronti delle associazioni di volontariato del paese in cui vive non avrebbe guastato.

Con questi amari commenti e con queste previsioni non rosee, le associazioni di volontariato oleggesi si apprestano come tutti a entrare nel 2019. Facciamo a loro i nostri auguri e rinnoviamo il ringraziamento per l’opera che svolgono, e ci mettiamo a disposizione loro, e anche del sottosegretario, per sostenere ogni iniziativa utile per mandare ai nostri legislatori e governanti un segnale di dissenso su questo ingiusto provvedimento, per fare in modo che possa essere corretto al più presto.

“Mentre scriviamo è arrivata la notizia che il Governo sarebbe disposto a fare marcia indietro sul provvedimento. Bene, meglio così; anche se fare una legge e poi disfarla il giorno dopo non è propriamente una cosa seria.

Alti esponenti del Governo hanno affermato che, in effetti, l’intenzione originaria sarebbe stata quella di ‘punire quelli che fanno finto volontariato’. Una frase che rivela come nei confronti del volontariato esista un ingiustificato pregiudizio negativo, originato da molta disinformazione e ignoranza, anche ai livelli più alti dell’esecutivo.

Un esempio per tutti lo fornisce la Sottosegretaria all’Economia Castelli, che ignorava che gli utili degli enti del Terzo Settore (un pilastro dell’economia italiana) devono essere tutti re-investiti. Glielo ha fatto pubblicamente notare proprio Claudia Fiaschi, citata sopra, permettendo così alla Sottosegretaria di riuscire ad aggiungere una nuova perla alla serie di non-competenze che negli ultimi mesi ha pubblicamente dimostrato.

Morale: per questa volta (forse, se le nuove promesse saranno mantenute..) il pericolo è passato. Non sono però cancellate le perplessità sopra esposte. Insieme a una domanda: ma come le scrivono le leggi certi politici?

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