Il Recovery Plan è il tempo e il luogo dove portare a compimento la riforma del Terzo settore
leggi la mia intervista su Notizia oggi del 15 giugno 2020 pag. 23
Il Recovery Plan è il tempo e il luogo dove portare a compimento la riforma del Terzo settore
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La sintesi dei lavori del primo seminario online del neonato “Osservatorio di Diritto del terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale” presieduto da Luigi Bobba, sui rapporti tra le PA e gli enti non profit
Alla presenza “virtuale” di circa 300 partecipanti, si è svolto il primo seminario online organizzato da Terzjus, il neonato “Osservatorio di Diritto del terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale”, costituito da diversi enti e reti del terzo settore e presieduto da Luigi Bobba, che da sottosegretario del Ministero del Lavoro è stato il “padre” della riforma del 2017. La registrazione integrale del seminario sarà presto resa disponibile nel sito dell’Osservatorio. Introduzione e conclusioni sono state tenute dal direttore scientifico dell’Osservatorio, prof. Antonio Fici. Ci si sofferma sulle sfide e le opportunità nascenti dagli articoli 55 e 56 del Codice, anche alla luce degli spunti forniti dagli autorevoli relatori intervenuti durante l’evento.
Ci sono quasi 16,5 milioni di persone che scelgono di avvalersi del 5 per mille, ovvero più della metà dei contribuenti italiani che presentano una dichiarazione dei redditi con una tassazione positiva. È da loro che bisogna ripartire se non vogliamo – come ha scritto su Vita Giuseppe De Rita – arrenderci allo statalismo dell’emergenza.
La coincidenza tra la campagna fiscale in corso e la Fase 2 della crisi epidemica, ci offre l’occasione per ripensare e rafforzare questo originale strumento di sussidiarietà fiscale – nato nel 2006 –, che viene utilizzato da un numero di contribuenti quasi pari a quelli che optano per l’8 per mille per le diverse confessioni religiose e cinque volte superiore a coloro che si avvalgono del 2 per mille destinato ai partiti politici. Il successo di questa misura evidenzia quanto gli italiani apprezzino il lavoro di tante associazioni, fondazioni e organizzazioni di volontariato che promuovono la ricerca scientifica per combattere malattie mortali, che operano in luoghi di conflitto e di miseria, che si impegnano per la cura e l’educazione dei bambini e dei ragazzi specialmente nei Paesi del Sud del Mondo, che sono vicine agli anziani e alle persone disabili e che proteggono e curano il nostro ambiente e i nostri beni culturali. Tra il 2013 e il 2014, il numero dei contribuenti che utilizzavano il 5 per mille conobbe un’impennata che portò il totale intorno ai 16 milioni per poi conoscere, negli anni successivi, una sostanziale stabilizzazione. Domanda: come raggiungere quell’altro quasi 50% di contribuenti che non si servono della facoltà di indirizzare per una buona causa una parte della tassazione dovuta, diventando così protagonisti della tenuta e della coesione sociale del Paese in un momento così difficile? Ci sono tre strade che si possono percorrere.
La prima appartiene alla responsabilità del Governo: dimezzare i tempi per l’erogazione del 5 per mille ai beneficiari. Fino ad oggi la prassi era che trascorressero ben due anni da quando il cittadino indicava sul 730 il codice scale dell’ente a cui voleva destinare il suo 5 per mille, al momento in cui il beneficiario riceveva la somma spettante. La riduzione ad un anno darà al contribuente una maggior fiducia che le proprie risorse arrivino velocemente al destinatario e non si perdano nei meandri della burocrazia.
Secondo: comunicare a un pubblico largo il volto positivo di questa misura di sussidiarietà fiscale, in modo da provare a persuadere anche quei 14 milioni di contribuenti che non hanno mai scelto di utilizzare il 5 per mille. La Rai, servizio pubblico, gioca un ruolo decisivo su questo versante, ma i media e le piattaforme interessate devono essere molteplici. E se questo porterà a rendere insufficienti le risorse del fondo dedicato – 500 milioni –, il Governo provveda a incrementarlo adeguatamente.
Infine, ci si affretti a rendere operativo il Registro Unico degli Enti di Terzo settore, in modo che tutti coloro che saranno iscritti potranno accedere al 5 per mille, ampliando così la platea dei beneficiari. Platea che, tra l’altro, andrebbe riordinata in quanto vi sono squilibri evidenti tra gli enti di volontariato che ricevono mediamente un importo pari a 7.200 euro e gli enti della ricerca scientifica e della sanità a cui arriva invece una somma pari a circa 225mila euro.
Parafrasando Giorgio Gaber, la sussidiarietà fiscale non è una bella affermazione da esibire in qualche convegno, ma una strada che può contribuire a rafforzare le reti della solidarietà e favorire la rinascita inclusiva delle nostre comunità.
scarica la pagina con il mio editoriale nell’allegato alla rivista Vita.it di Giugno 2020
È promosso da Terzjus – Osservatorio di diritto del Terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale il webinar in programma giovedì 11 giugno, dalle ore 14,30 alle 17. Al centro dell’attenzione le potenzialità degli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore
leggi l’articolo su Vita.it del 4 giugno 2020
“I rapporti tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo Settore. Prospettive e criticità alla luce degli artt. 55-56 del Codice” è il titolo del seminario organizzato da Terzjus – Osservatorio di diritto del Terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale e Club degli amici dell’articolo 55, che si svolgerà il prossimo 11 giugno dalle ore 14.30 alle ore 17 dalla sede del Forum Nazionale del Terzo Settore di Roma, attraverso la piattaforma webinar Go to Meeting (in allegato, in fondo alla pagina, il volantino con le modalità di collegamento).
Il seminario si propone di fare il quadro sulle potenzialità degli articoli 55 e 56 nello sviluppo e promozione dei rapporti tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo settore, riflettendo anche sugli attuali limiti di queste norme, in relazione sia ai rapporti col Codice dei contratti pubblici – così come emerge anche da alcune interpretazioni del Consiglio di Stato – sia alle concrete prassi operative delle amministrazioni pubbliche.
Presiede e conclude il webinar: Dott. Luigi Bobba presidente di Terzjus.
Introducono: Prof. Avv. Antonio Fici Direttore Scientifico di Terzjus; Avv. Felice Scalvini Consigliere di Amministrazione di Terzjus.
Relazionano: Prof. Gregorio Arena presidente di Labsus, “Sussidiarietà orizzontale ed enti del Terzo settore”;
Dott. Alessandro Lombardi D. G. Terzo Settore, ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali “Gli strumenti collaborativi tra PA e Terzo settore nel sistema delle fonti”;
Avv. Luciano Gallo Comitato scientifico di Terzjus “Esperienze e prassi operative nei rapporti tra enti locali ed enti del Terzo settore“.
Intervengono: Dott. Gianluca Budano Consigliere di Amministrazione di Terzjus; Prof. Avv. Marcello Clarich Comitato scientifico di Terzjus; Avv. Piero Fattori Comitato scientifico di Terzjus; Prof. Fabio Giglioni Labsus, Dott. Luca Gori Scuola Superiore Sant’Anna; Prof. Avv. Massimo Luciani Comitato scientifico di Terzjus; Avv. Gabriele Sepio Segretario Generale di Terzjus.
Il seminario sarà una prima occasione per far conoscere Terzjus al variegato mondo del Terzo Settore italiano, agli interlocutori istituzionali e agli studiosi della materia. L’associazione “Terzjus – Osservatorio di diritto del Terzo Settore, della filantropia e dell’impresa sociale” ha come obiettivi lo sviluppo e la promozione della cultura e della ricerca sul Terzo Settore, la filantropia e l’impresa sociale con particolare attenzione alla nuova legislazione e al suo impatto sia teorico che pratico per la vita degli Enti di Terzo Settore, nonché dei soggetti coinvolti nella riforma: istituzioni pubbliche fondazioni bancarie, enti ecclesiastici ed investitori etici.
Per informazioni: Dott. Marco Livia – livia@terzjus.it – 334 9717637
Per partecipare al webinar: https://global.gotomeeting.com/join/626177253
Per accedere solo in audio: 02 30578180 codice di accesso 626-177-253
Quale dinamica virtuosa deve ispirare l’azione dello Stato insieme a quella del volontariato nell’emergenza Covid? Quali i rischi di una strisciante statalizzazione del volontariato? Ne parliamo con Luigi Bobba, ex presidente nazionale delle Acli ed ex sottosegretario al Welfare.
Luigi Bobba (ex sottosegretario e oggi presidente di Terzjus) chiede al Governo di archiviare il contestato bando
Più servizio civile e una App per i volontari. Altro che gli “assistenti civici” che stanno facendo litigare il Governo e che sollevano molte perplessità tra i cittadini. A chiedere un ripensamento sull’annunciato bando del Governo e a suggerire soluzioni più efficaci e praticabili è Luigi Bobba, ex presidente nazionale delle Acli, a lungo parlamentare, due volte sottosegretario e padre della legge sul terzo settore.
Bobba, oggi presidente di Terzjus – Osservatorio del Terzo settore, non condivide il bando annunciato dal ministro Boccia.
La proposta, per fortuna cassata, di Boccia e Decaro favoriva una sorta di statalizzazione soft del volontariato. Se si vogliono aiutare i Comuni, esigenza giustissima, si incrementi in modo significativo – 150 milioni – il Fondo per il Servizio civile. Ovvero si raddoppi il numero dei giovani che nel prossimo autunno potranno accedere al Servizio civile universale. E si segua l’esempio inglese della App per i volontari
Ecco il link alla videoconferenza “Mi riguarda: il Servizio civile universale tra emergenza e futuro” organizzata da Acli a cui ho partecipato venerdì 22 maggio 2020. Il mio intervento dal minuto 24°.