De Rita: «Non arrendiamoci allo statalismo dell’emergenza»

Il fondatore del Censis è uno dei contributors del numero del magazine di maggio che da oggi distribuiamo gratuitamente on line con il titolo “Aprite gli occhi”, rivolto a un Governo che sino ad ora ha dimenticato il Terzo settore. Come se ci potesse essere ripresa economica, senza tenuta sociale. Una miopia che il Paese rischia di pagare a caro prezzo

leggi l’articolo di Giuseppe De Rita su Vita.it

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Luigi BobbaDe Rita: «Non arrendiamoci allo statalismo dell’emergenza»
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Decreto Liquidità: cosa devono sapere gli enti del Terzo settore

I temi di interesse per il non profit seguonotre filoni: sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali, agevolazioni fiscali per le cessioni gratuite di farmaci e misure di sostegno per i lavoratori. Mancano, invece, specifiche disposizioni finanziarie per agevolare gli enti nell’accesso al credito e alla liquidità. L’analisi di Gabriele Sepio, avvocato esperto di Terzo settore

Le esigenze degli enti non profit alle prese con l’emergenza sanitaria e sollevate proprio da VITA piu volte nel corso delle ultime settimane trovano, in parte, qualche risposta con il decreto legge “liquidità” (23/2020, in allegato). Proviamo a capire quali misure del decreto si applicano agli enti del terzo settore e a quelli non commerciali in senso ampio.

leggi l’articolo su Vita.it del 16 aprile 2020

Luigi BobbaDecreto Liquidità: cosa devono sapere gli enti del Terzo settore
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Dagli anziani agli emarginati, più spazio al Terzo settore. Parla Luigi Bobba

Conversazione con Luigi Bobba, già presidente delle Acli e già sottosegretario al Welfare. “Per far fronte al coronavirus servono le istituzioni, ma anche il capitale sociale. In Italia almeno un milione e mezzo di persone sono disponibili a dare una mano”

“Certamente servono un sistema sanitario robusto, ingenti risorse finanziare, Protezione civile ed Esercito per far fronte a una pandemia, ma tutto questo non basta”. Con queste parole Luigi Bobba, già presidente delle Acli e già sottosegretario al Welfare, spiega a Formiche.net quanto sia importante la partnership fra Stato e rete di volontariato. “In questi giorni i provvedimenti del governo hanno trattato l’emergenza sanitaria e quella economico-finanziaria, ma c’è un’emergenza sociale più nascosta e a tratti invisibile che se non curata avrà costi altissimi”.

leggi l’intervista su Formiche.it del 12 aprile 2020

Luigi BobbaDagli anziani agli emarginati, più spazio al Terzo settore. Parla Luigi Bobba
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Frontiere: “Che fare?”. Luigi Bobba ospite di Franco Di Mare a RaiPlay

Guarda il video a partire da 49′:20″

Ancora aggiornamenti e riflessioni sull’emergenza coronavirus al centro della puntata di “Frontiere”. Con Franco Di Mare, Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità e consulente del Ministero della Salute, e lo storico ed editorialista Paolo Mieli. Fra gli ospiti che interverranno alla trasmissione per cercare di rispondere alla domanda “Che fare?” anche il giornalista Antonio Polito, il filosofo Massimo Cacciari, lo scrittore Andrea Vitali, il matematico Piergiorgio Odifreddi, Mario Melazzini, amministratore delegato degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri Spa, Marco Cossolo, presidente di Federfarma, Luigi Bobba, ex sottosegretario al welfare.

 

Luigi BobbaFrontiere: “Che fare?”. Luigi Bobba ospite di Franco Di Mare a RaiPlay
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La proposta. Terzo settore necessario: tre idee per far salpare la nostra “flotta”

Erogare entro giugno il 5 per mille, mobilitare 80mila giovani, una App all’inglese

Caro direttore,

fu soprannominata ‘la flotta delle zanzare’. Entrò in azione nel maggio del 1943, dopo un appello di Churchill a mobilitarsi per salvare dalle spiagge di Dunkerque (Francia) i soldati britannici ormai accerchiati dalle truppe tedesche e senza via di scampo se non il mare. Certo Churchill spedì a Dunkerque il meglio della Marina britannica; ma per poter avvicinarsi alle spiagge, servivano piccole imbarcazioni più agili e veloci. Così centinaia di civili britannici partirono da Dover con le loro piccole barche e i loro mercantili. Fu proprio grazie a loro che migliaia di soldati inglesi furono tratti in salvo di notte dalle spiagge e poi trasbordati sulle robuste navi della Marina Reale. Anche oggi – in questa drammatica crisi – serve mobilitare ‘la flotta delle zanzare’.

Sicuramente sono indispensabili le imbarcazioni possenti dello Stato – ingenti risorse finanziarie, protezione civile, sistema sanitario, scienziati, esercito. Ma non bastano. Per sconfiggere il virus in questa ‘strana guerra’, servono anche le migliaia di piccole imbarcazioni del Terzo settore. Serve la responsabilità civica, la disponibilità all’impegno volontario, le competenze professionali e relazionali di centinaia di migliaia di volontari singoli e associati presenti nelle nostre comunità. Servono oggi e saranno ancora più preziosi nel tempo della ‘ricostruzione’ dopo che, sperabilmente, la crisi sanitaria sarà superata. Che cosa fare? Tre semplici suggerimenti per il Governo.

Primo: occorre erogare, entro giugno, il 5 per mille sia del 2017 sia del 2018. Un miliardo di euro per 55.000 enti del Terzo settore beneficiari del 5 per mille. Sono risorse già a bilancio, ma c’è un Dpcm fermo da tempo che – se rapidamente approvato – consentirebbe di effettuare questa accelerazione. Un modo concreto per rafforzare le attività e i servizi di queste organizzazioni e, a volte, di evitare che chiudano i battenti. Secondo, abbiamo uno straordinario strumento che si chiama Servizio civile universale. Si stanzino subito le risorse per mobilitare entro tre mesi quei circa 80mila giovani che nell’ultimo bando non hanno trovato posto per fare un anno di servizio volontario. Occorre reperire 400 milioni di risorse aggiuntive ed emanare subito un bando con procedure straordinarie. Quello che è accaduto con i bandi della Protezione civile per medici e infermieri, ci dovrebbe spingere a non lasciare in panchina tante giovani energie. È un piccolo ‘esercito del bene comune’ che attende una chiamata all’ impegno volontario per curare le molte ferite di questa strana guerra. Infine, terzo suggerimento, sull’esempio di quello che sta facendo il governo inglese (questa l’hanno azzeccata), perché non trovare il modo di mobilitare, insieme ai tanti che già sono all’opera nelle reti associative e volontarie, almeno altri 200mila volontari individuali per assolvere quei tanti piccoli compiti di sostegno e servizio per le persone più fragili delle nostre comunità? Assistenza telefonica, consegna di pasti e medicine a domicilio, supporto nei trasporti agli operatori sanitari, volontariato nelle strutture socioassistenziali: compiti semplici, ma importanti per evitare lo sfilacciamento sociale e l’abbandono dei più deboli. Si crei – come hanno fatto gli inglesi – un’apposita App che riesca a far incontrare domanda e offerta: bisogni della popolazione con disponibilità dei volontari. Secondo l’Istat sono sei milioni i volontari in Italia, di cui 1,4 milioni volontari individuali. Non lasciamoli inerti. Il Governo inglese si è affidato ad una antica associazione di volontariato: la Royal Voluntary Service. E in Italia non mancano certo grandi reti capaci di mettere in piedi un servizio di questo tipo che, per certi versi, era stato sperimentato a Milano con Expo 2015. Ora siamo in tempi molto più difficili e carichi di sofferenza e ferite, ma sono certo che una chiamata alla responsabilità civica non andrà deserta. Tre cose semplici, ma urgenti: serve farle bene, ma serve soprattutto farle subito.

leggi la mia lettera al Direttore de L’Avvenire del 31 marzo 2020

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Zamagni: «Coronavirus, che errore aver dimenticato il Terzo settore»

La società civile e la sfida della ricostruzione”, ricchissimo di contributi di pensiero e del racconto di esperienze

In questa crisi del Covid-19, che ci sta perseguitando dal 21 febbraio scorso, due sole dimensioni hanno attratto la quasi totalità delle attenzioni da parte sia dei soggetti pubblici istituzionali sia della politica e degli stessi cittadini: la dimensione sanitaria e quella economico-finanziaria. Nessuno potrà mai negare che si tratti di dimensioni di centrale rilevanza, ma sono le sole che devono essere prese in considerazione? Non lo credo proprio.

leggi l’articolo su Vita.it

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Chi aiuta il terzo settore? Tre proposte per usare soldi che ci sono già

In una crisi economica come quella causata dal Coronavirus le organizzazioni non profit hanno meno riserve per restare in piedi. Su Vita gli interventi di Gabriele Sepio, Carola Carazzone e Luigi Bobba

leggi l’articolo di Stefano Trasatti su Vita.it del 16 marzo 2020

https://twitter.com/CSVnet/status/1239843164845989888

 

Luigi BobbaChi aiuta il terzo settore? Tre proposte per usare soldi che ci sono già
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Esenti da imposte le merci donate al Terzo settore

Un importante provvedimento che dà applicazione ad una delle norme della riforma del Terzo settore

Via libera alle detrazioni e alle deduzioni per chi effettua cessioni gratuite di beni al Terzo settore. Se per le erogazioni in denaro le agevolazioni erano già partite lo scorso 1° gennaio 2018, per gli altri beni si attendeva un decreto attuativo. Con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del DM 28 novembre 2019, l’art. 83 del DLgs. 117/17 (Codice del Terzo settore o Cts) diviene pienamente operativo e dovrebbe incentivare pratiche virtuose per il reimpiego di beni inutilizzati o destinati allo smaltimento. L’agevolazione si rivolge sia a privati che alle imprese, anche se per queste ultime, come vedremo, la misura principale (e spesso preferibile) resta quella introdotta dalla legge antisprechi.

Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi, Gabriele Sepio, pag. 31

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