Nel dibattito pubblico di questi mesi sono emerse due linee circa il futuro del servizio civile. Da un lato c’è chi vorrebbe una nuova “leva civile”, ovvero un servizio civile obbligatorio; dall’altro coloro che invece puntano sulla effettiva “universalità “ del servizio civile come scelta volontaria.
Chi sostiene l’introduzione dell’obbligatorietà fa leva sulla necessità di irrobustire l’appartenenza alla propria comunità nazionale non solo attraverso il rispetto dei diritti fondamentali dei singoli, ma anche con un esplicito richiamo ai connessi doveri, senza i quali nessuna comunità è in grado di durare nel tempo. In un momento dove appare oltremodo necessaria una maggiore coesione sociale tale evocazione risuona in modo positivo alle nostre orecchie. Per cui la convinzione che il servizio civile possa essere una via per ristabilire un patto tra i cittadini e lo Stato – e uno strumento per dare solidità ai legami comunitari – è non solo condivisibile ma da innestare nella cultura di un paese che appare sfibrato e lacerato.
leggi il resto dell’articolo pubblicato su Mondoperaio di giugno 2020
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